La guerra infuria ancora tra i vari giocatori del calcio italiano, mentre il Calcio continua a ricevere cattive notizie tra una grave crisi economica, un gran numero di stadi fatiscenti, uno scarso utilizzo di giovani giocatori e una nazionale in fase di ricostruzione. L’Italia fatica a sviluppare il suo calcio, un tempo uno dei più complessi d’Europa, e da diversi mesi il clima pericoloso attorno al calcio italiano continua a peggiorare con l’ingresso massiccio nel dibattito del governo di Giorgio Meloni. La candidatura a Euro 2032 in collaborazione con la Turchia è ancora in grave pericolo a causa dei numerosi problemi menzionati nel preambolo di questo testo. E la politica italiana non si tira indietro davanti alle domande sul futuro del calcio.
Da diversi mesi il ministro dello Sport Andrea Abodi e la presidente della Federcalcio italiana Gabriela Gravina attaccano i giornalisti. Un politico di Fratelli d’Italia (partito di destra) ha attaccato il capo del calcio italiano, poi accusato di riciclaggio di denaro da un tribunale di Roma: “Caso Gravina? Sono molto preoccupato per questo. Di fronte a questi numeri occorre cautela e certezza. È questo il momento in cui la redazione ci mette di fronte ad una serie di fattori critici, e poi le notizie dei prossimi mesi ci spiegheranno quanto sia grande la realtà delle notizie di oggi. Dobbiamo rendere questo momento difficile non solo un momento di riflessione, ma anche una decisione”.. E per Abodi è arrivato il momento di una grande decisione e le prossime settimane saranno probabilmente esplosive con la riforma del campionato a 18 club ancora in discussione e la disputa in corso sugli arbitri italiani.
Organo parlamentare
Il governo di Giorgio Meloni vuole abolire la Kovisoka, la commissione di vigilanza della FIGC sulle società di calcio professionistiche che attualmente vigila sulle finanze dei club, con l’obiettivo di sostituirla con un ente pubblico che deciderebbe chi può presentare domanda per il campionato. Il modulo sarà uno strumento politico sotto forma di 30 nuovi impianti per un prezzo totale di 2,5 milioni di euro pagato dai club italiani. Il nuovo organismo sarà composto da un presidente e due membri, nominati da Meloni e Abodi, con mandato quadriennale non vincolante, un segretario generale e un totale di trenta dipendenti. Il disegno di legge proposto da Abodi è stato inviato nei giorni scorsi alle sedi della Federcalcio e del Comitato Olimpico Italiano (Coni), suscitando molta insoddisfazione anche considerando la mancanza di aiuti finanziari da parte del governo negli ultimi anni. . A questo proposito, la presidente della Figc, Gabriela Gravina, ha convocato una riunione federale urgente, prevista per domani, lunedì 6 maggio, alle 18.
Questa organizzazione è conosciuta come“Agenzia di monitoraggio economico e finanziario dei club sportivi professionistici”, avrà giurisdizione non solo sul calcio, ma anche sul basket: un ente pubblico con sede a Roma e posto sotto la vigilanza di Palazzo Chigi (l’equivalente di Palazzo Matignon) e del Ministero dello Sport. Questo organismo avrà autonomia normativa, controllerà il budget della squadra, indicherà le azioni correttive da intraprendere, ordinerà la presentazione di documenti ed effettuerà ispezioni presso la sede del club. E avrà il potere di convocare i vertici della Figc e delle leghe sportive e dichiarare così un potere autoritario totale, limitando anche le iscrizioni a quei campionati. La Lega italiana vuole ancora creare un’autorità completamente indipendente o, nel peggiore dei casi, un sistema ibrido come quello che già esiste in Italia per il doping. E se questa autorità esiste sotto l’egida del governo, i leader non capiscono perché i 2,5 milioni di euro all’anno previsti per sostenere questo nuovo organismo regolatore, un ente pubblico antieconomico, dovrebbero essere pagati dai club e non dallo Stato.
Scandalo nazionale
Il testo potrebbe presto essere inserito nei regolamenti governativi, ma ha fatto discutere per almeno due motivi. Il primo è nella sostanza, perché toglie il potere di controllo del CONI e delle federazioni sportive sulla gestione e mette a repentaglio il principio di indipendenza e neutralità dello sport rispetto alla politica: un organo nominato dal governo che decide chi può giocare in Serie A e chi può giocare in Serie A ora sta facendo grandi schizzi. La seconda è una questione di forma, perché questa legge ignora i requisiti di necessità e urgenza necessari per emettere una decisione. Il governo intende correggere il testo per evitare accuse di interferenza politica da parte di FIFA e UEFA: “Stiamo migliorando questo testo e sono sicuro che il Parlamento fornirà ulteriori preziosi contributi”. “Con questa Agenzia non vogliamo ledere in alcun modo l’autonomia dello sport, ma il modello attuale non solo non garantisce una concorrenza leale, ma ha anche un impatto economico significativo sull’intero sistema sportivo, richiedendo un approccio diverso.”Abodi ha promesso, aggiungendo che è pronto ad ascoltare le argomentazioni.
Nell’attuale ordinamento, il controllo economico e finanziario spetta chiaramente alla federazione stessa: il CONI stabilisce modalità e principi generali, gli statuti di ciascuna federazione determinano il sistema di controllo e le misure di accompagnamento. Nel calcio, le funzioni di controllo sono attualmente delegate al Kovisok, composto da un presidente e quattro consiglieri, nominati a maggioranza qualificata dal consiglio federale: i direttori sono eletti dalla federazione, ma sono un organismo autonomo che effettua controlli periodici a livello nazionale. asse. . stagione. La decisione finale sull’ingresso nel campionato spetta poi al Consiglio Federale. Si prevede che l’enorme progetto verrà presentato ufficialmente al Parlamento italiano la prossima settimana e i deputati del Parlamento Europeo dovranno prendere una decisione in merito. Niente va più bene nel calcio italiano e la lotta è tutt’altro che finita. Il Calcio ha visto questa azione come un’invasione portata avanti dal governo.
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