Una pubblicazione della rivista tedesca “Spiegel” ha inquadrato le attività marocchine, affermando addirittura che il Marocco è molto più attivo del Qatar.
Lo “Spiegel” afferma che è stato il servizio di intelligence straniero del Marocco a corrompere i funzionari del Parlamento europeo per promuovere le virtù del Qatar. La pubblicazione sulla rivista tedesca si intitolava infatti: “Marokkogate”, dando così un’altra dimensione allo scandalo della corruzione.
“È noto che il Qatar ha svolto un ruolo significativo nello scandalo di corruzione del Parlamento europeo” ha commentato “Spiegel”, osservando che il Marocco ha avuto una partecipazione più attiva di quanto credessero le autorità belghe. La rivista tedesca ha sostenuto questa posizione, citando documenti riservati in suo possesso che confermano il coinvolgimento del servizio di intelligence straniero marocchino “DGED” nello scandalo di corruzione e concussione.
Nel documento, citato da “Spiegel”, si afferma che il servizio “DGED” dal 2019 ha assunto tre italiani: l’ex eurodeputato Antonio Panzeri, l’attuale eurodeputato Andrea Cozzolino, e Francesco Giorgi, socio di Eva Caili. Secondo le stesse informazioni, i servizi di intelligence stranieri marocchini hanno pagato a caro prezzo che i loro colleghi influenzassero i socialdemocratici al Parlamento europeo a favore del Qatar.
Il capo della “triade”, secondo “Spiegel”, è l’attuale ambasciatore marocchino in Polonia, Abdelrahim Atmoun. E questo gruppo è in contatto diretto con il direttore generale dei servizi segreti marocchini, Mohamed Yassin Mansouri.
Il ruolo attivo del Marocco nello scandalo della corruzione, secondo lo “Spiegel”, sarebbe sembrato confermato in un voto del Parlamento europeo del 15 dicembre. I membri del Parlamento europeo hanno quindi approvato una risoluzione con una netta maggioranza che condanna fermamente il Qatar per aver esercitato influenza attraverso i membri del Parlamento europeo. Secondo “Spiegel”, il Marocco non è stato nominato, tuttavia, e l’ala sinistra del Parlamento europeo ha cercato di aggiungere emendamenti alle relative risoluzioni che “dimostrassero” il coinvolgimento del Marocco nello scandalo con i loro tentativi falliti.
Eva Kaili: Contatto con il Qatar e pagamento in contanti – Rivelazioni dalla deposizione
La presunta mente del Qatargate, Antonio Panzeri, rimarrà in carcere almeno fino al 17 gennaio, poiché un tribunale belga ha respinto il suo ricorso.
Il capo peccatore di MKO Fight Impunity ha chiesto ed è riuscito a ottenere la sua richiesta di un precedente riesame da Eva Kaili, che è nota per rimanere in custodia almeno fino al 22 gennaio, perché i suoi avvocati, Michalis Dimitrakopoulos e Andre Rizopoulos, hanno evitato di appellarsi al decisione di prorogare la custodia cautelare, per non “bruciare” gli atti processuali.
Nonostante il disagio delle autorità investigative belghe per le fughe di notizie alla stampa belga e italiana, continua la divulgazione di dettagli “interessanti” dai dossier scandalosi.
Nuovi fatti divulgati dal belga “Le Soir” e dall’italiano “La Repubblica” riguardano le prime parole pronunciate dall’eurodeputato PASOK/KIN.AL cancellato. e l’ex presidente del Parlamento europeo alla polizia belga che lo ha arrestato e interrogato il 9 dicembre:
“Dopo l’arresto di mio marito, Francesco Giorgi, sono entrata nel suo ufficio. Ho frugato tra le sue cose per sapere perché era stato arrestato. Poi ho trovato una valigetta piena di soldi, un computer e un cellulare, così ho chiamato mio padre che teneva in braccio mia figlia. Gli ho chiesto di venire a prendere la valigia con i biberon. Era una valigia della Pancheri che teneva mio marito. Sapevo che mio padre sarebbe stato con mia figlia (ss: 2 anni) perché io aveva messo delle bottiglie nella valigia.”
Secondo “La Repubblica”, Kaili ha poi descritto i suoi inutili tentativi di trovare Panzeri al telefono, poiché nessuno dei due (anche presunti) parlamentari belgi che ha contattato, Marc Tarabella e Maria Arena, aveva idea di dove fosse.
Ha anche aggiunto che oltre alla valigia, ha anche aperto la cassaforte in casa sapendo che suo marito teneva qualcosa per il suo ex capo, Antonio Pantzeri, forse per (sp: membro del Partito Democratico) Andrea Coccolino. La star del Qatargate si riferisce anche a un’altra valigia con soldi in casa, che, come dice lui, “Giorgi ha preso in prestito per comprare un appartamento”. Secondo “La Repubblica”, il mutuo per l’acquisto di una casa a Bruxelles a nome di Eva Kaili e contanti, “circa 50-60mila euro, è un contributo di Georgi”.
Nel frattempo, “Le Soir” descrive i tentativi del 35enne Francesco Giorgi di alleggerire la posizione di Kylie con la sua prima testimonianza. È stato scritto sulla stampa italiana che gli assistenti ei traduttori di Panzeri in accordi “redditizi” con Qatar e Marocco erano responsabili del denaro, sostenendo che Kaili era innocente e doveva essere rilasciato. Questa versione è stata confermata da un quotidiano belga, presentando la testimonianza di Georgi come segue: “Eva ovviamente sa dove si trova il denaro e la sua provenienza, dato che viviamo insieme, ma non fa parte della rete. Me l’ha detto molte volte smettere perché l’ho messa in pericolo in relazione ai suoi doveri.”
GIORGIO
Contatto con il Qatar e pagamento in contanti
Tuttavia, il marito di Kaili ha anche fornito informazioni interessanti sull’azione dell’eurocircuito italiano che “rappresenta” gli interessi dei paesi arabi (Qatar, Marocco, Mauritania) a Bruxelles senza compenso. Secondo il 35enne milanese, tutto è iniziato nel 2018 quando Panzeri è diventato presidente della commissione per i diritti umani del Parlamento europeo ed è stato avvicinato dal ministro della Difesa del Qatar, suggerendogli di diventare un lobbista di Doha.
Ciò contraddice la versione di Pancheri secondo cui avrebbe iniziato attività speciali nell’ottobre 2019, dopo aver perso lo status di eurodeputato. Secondo Giorgi, Pancheri ha allestito Contro l’impunità come vetrina, regalando ai suoi colleghi biglietti aerei per Doha e facendo pagare a tutti in contanti.
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