Il tragico naufragio calabrese e il ruolo di Frontex

Le domande sulla colpevolezza dell’annegamento di 71 persone sono rimaste implacabili e il primo ministro di estrema destra ha cercato di scaricare parte della colpa su Frontex, suggerendo che non vi era alcun avvertimento del pericolo in cui si trovava la fatale barca di migranti.

Prosegue in Italia il conflitto politico per il tragico naufragio del 25 febbraio scorso, che ha provocato la morte di 71 persone, provenienti principalmente da Iran, Afghanistan e Pakistan. La nave era salpata dalla costa di Smirne e tutti si chiedevano come fosse potuta accadere una tragedia di tale portata (non è ancora chiaro il numero dei dispersi) a poche decine di metri dalla costa.

Una parte della stampa italiana ha scritto che questo tragico sviluppo potrebbe essere stato dovuto al fatto che la guardia costiera del paese non si è mossa così velocemente come avrebbe dovuto, in modo da poter salvare più vite umane. Molti ricordano anche che la guardia costiera dipende dal ministero delle Infrastrutture che è presieduto dal segretario della Lega, Matteo Salvini. L’operazione di soccorso dopo il naufragio è stata effettuata dai motoscafi della polizia economica italiana, che però ha incontrato non poche difficoltà a causa delle sue dimensioni limitate e del mare in tempesta.

Allo stesso tempo, il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni è stato criticato per non essersi recato sul luogo della tragedia, a Coutro, vicino alla città di Crotona, prima di partire per l’India e gli Emirati Arabi Uniti. Qualcosa che, al contrario, stanno facendo il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e il nuovo segretario del Pd di centrosinistra, Ellie Schlein. “Eravamo troppo indecisi. Ma ora cambieremo. Lotteremo duramente per i diritti di tutti”, ha detto Schline.

Infine, Meloni ha annunciato che dopodomani andrà in Calabria con tutto il suo governo e che il gabinetto si riunirà a Koutros. Il Presidente del Consiglio italiano ha dichiarato che “da Frontex non è pervenuta alcuna notifica che questa nave fosse in pericolo di affondamento, nessun segnale è stato inviato per qualsiasi tipo di emergenza”.

E ha aggiunto che “le barche delle Ong non sono attivate su questa particolare rotta”. Tuttavia, il suo governo continua a ritenere che il ruolo e la presenza delle organizzazioni non governative “dovrebbe essere il più limitato possibile in termini di operazioni di soccorso” e postando sui social ha sottolineato che “il suo governo sta facendo di tutto, quello che può per combattere i mercanti di schiavi e fermare le morti in mezzo al mare”.

Alberta Trevisan

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