“Immersione” migratoria inquietante nel Mediterraneo settentrionale: vigilanza e lotta con molte tecnologie

È probabile che l’incursione di migranti nordafricani e sub-sahariani in Spagna acceleri e rafforzi lo spiegamento di nuovi sistemi di intelligence intelligente e di sorveglianza delle frontiere in Europa.

Considerando il crescente numero di tentativi di varcare illegalmente il proprio confine marittimo, che si sono registrati nelle ultime settimane, sembra realizzarsi lo scenario che le autorità spagnole e italiane temevano un anno fa. I flussi migratori dalla costa meridionale del Mediterraneo si sono mantenuti e rischiano di raggiungere livelli record.

Le traversate irregolari verso la costa dell’Andalusia stanno proliferando a un ritmo allarmante. Mentre centinaia di tentativi di emigrazione clandestina sono stati sventati dalle nostre forze dell’ordine e dalle nostre guardie costiere, sempre più africani del nord e sub-sahariani, giovani e meno giovani, come sempre donne, neonati, minori e, cosa più sorprendente, intere famiglie, hanno dato le loro notizie sulla Penisola Iberica, che è ormai la prima porta d’accesso all’Europa dopo l’Italia e la Grecia.

La costellazione di punti rossi che indica sbarchi quasi simultanei sulla costa intorno ad Almería, Alicante o Murcia, nel sud-est della Spagna, da piccole zattere o velocissime imbarcazioni, chiamate in gergo “essari3”, che mettono visibilmente sotto pressione la Guardia Civil e la rete del sistema di sorveglianza delle acque territoriali andaluse; Esterno del Sistema Integrato de Vigilancia (Sistema Integrato di Vigilanza Esterna, SIVE è gestito dal Ministero dell’Interno spagnolo).

A complicare anche gli investigatori del Centro Nacional de Intelignencia (National Intelligence Center, CNI), il servizio di intelligence e controspionaggio spagnolo, e i soldati di Frontex, l’agenzia europea per il controllo e la gestione delle frontiere esterne dell’area Schengen, la cui vasta rete di radar marittimi sarà altrettanto sopraffatta, l’incursione di migranti nordafricani e subsahariani in Spagna rischia di accelerare e rafforzare il dispiegamento di un nuovo sistema di intelligence intelligence e sorveglianza delle frontiere europee.

Questi includono, tra le altre cose, aerostati (palloncini legati), “progettati per operare fino a 600 metri sul livello del mare e resistere a venti fino a 110 km/h, possono trasportare un carico utile di 90 chilogrammi” già sperimentato all’inizio del 2021, nel Mar Egeo (Grecia), al fine di prevenire il rischio di sbarco di migranti attraverso canali illegali sul territorio dell’UE, dalla costa meridionale. Il primo aerostato è stato costruito nel continente, ad Alexandroúpolis, nella Grecia nord-orientale, vicino al confine con la Turchia. Il secondo è sull’isola di Lemnos, nel Mar Egeo. Un ambito in cui Frontex e le autorità greche in particolare devono regolare il flusso di migranti che cercano di raggiungere l’Europa dalle coste turche.

Un altro obiettivo di questo dispositivo di sorveglianza intelligente è la lotta alla criminalità organizzata transnazionale e ai trafficanti di esseri umani, questi venditori ambulanti del sogno europeo, che agiscono sia a nord che a sud del Mediterraneo.

Dov’è il valore aggiunto e il feedback, riflesso molto tempo fa da questo Frontex “Corpo d’Armata” L’Unione europea, pur disponendo di enormi risorse umane, finanziarie e materiali, non è stata all’altezza delle aspettative. Per questo le autorità francesi hanno deciso di agire, da parte loro, per espellere i migranti irregolari che tentano di raggiungere la Francia dall’Italia o dalla Spagna.

Infatti, la polizia di frontiera (PAF) del dipartimento dei Pirenei Atlantici è stata autorizzata a dispiegare, dall’inizio di luglio, droni che sorvolano un’area di oltre 20 km² in “a sud di Hendaye e Urrugne, a Bidassoa e nella regione montuosa”, al fine di monitorare il movimento dei migranti al confine franco-spagnolo. L’azione, che sarà immediatamente sospesa da una decisione del tribunale annunciata il 14 luglio, segue una procedura avviata in procedimenti brevi da un’associazione umanitaria, secondo i media francesi.

Inoltre, e sempre nell’ambito della lotta all’immigrazione clandestina, la prefettura delle Alpi Marittime ha autorizzato, su richiesta della direzione del dipartimento di polizia di frontiera, il dispiegamento di un drone tecnologicamente potente, destinato alla sorveglianza di parti del confine franco-italiano nei comuni – Menton, Castellar, Sospel e Breil-sur-Roya – “di fronte a flussi crescenti di migranti illegali”.

L’implementazione di questo dispositivo è motivata da “la difficoltà del terreno e l’esistenza di molteplici possibili vie di elusione dei meccanismi di contrasto all’immigrazione clandestina irregolare rendono impossibile impedire l’attraversamento irregolare delle frontiere (…) senza avere una veduta aerea dinamica di tutti questi perimetri”.

Tanto più che, si legge, “dall’inizio del 2023, il flusso migratorio dall’Italia è quadruplicato”… “Intercettati 9.000 clandestini”. Situazione descritta dai deputati locali e nazionali come“esplosivo”, soprattutto nelle Alpi Marittime, dove, è stato aggiunto, “si concentra più di un terzo dei minori stranieri non accompagnati arrivati ​​in Francia da gennaio, che sono circa 2.000 su un totale di 5.000”. Da qui le continue chiamate a “massiccia mobilitazione di risorse per arginare la migrazione in corso al confine italo-francese”. Cioè, dall’altra parte del Mediterraneo, non sempre riusciamo, sicuramente, sempre, a mantenere i nostri figli.

Quanti cittadini del Maghreb andarono in esilio? Qual è il numero esatto di coloro che sono naufragati dal sogno europeo, ovvero harraga le cui avventure sono finite bruscamente nel cuore di Big Blue o dei loro compagni, che ancora oggi mancano? Apparentemente nessuno lo sa con certezza, compresi l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM).

Le due organizzazioni, che dovrebbero avere dati precisi sul movimento delle migrazioni, regolari o irregolari, nel mondo, riconoscono in ogni momento: “Centinaia di casi di naufragi non visti sono segnalati da ONG che sono in contatto diretto con le persone a bordo o con le loro famiglie. Questi casi, molto difficili da verificare, mostrano che il bilancio delle vittime lungo la rotta marittima verso l’Europa è stato molto più alto di quanto suggeriscano i dati disponibili».

Riccarda Fallaci

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