In Vaticano, Papa Francesco ha nominato 21 cardinali di diversa estrazione per preparare il futuro

Papa Francesco ha ordinato sabato 21 cardinali provenienti da quattro continenti, la maggior parte dei quali un giorno sarà chiamata a eleggere un successore che avrà quindi una grande opportunità per condividere la sua visione di una Chiesa più progressista e più orientata al Sud.

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Papa Francesco sulla via della successione. Diplomatici, consiglieri intimi e gente sul campo: il Papa sabato 30 settembre ha nominato 21 cardinali provenienti da quattro continenti, la maggior parte dei quali un giorno sarà chiamata a eleggere il suo successore in Vaticano.

In una Chiesa cattolica che contempla pienamente il suo futuro, il profilo dei “promossi” riflette le priorità fissate da Jorge Bergoglio che ha progressivamente progettato un Sacro Collegio meno occidentale.

Si tratta del nono concistoro ordinario dall’elezione dei gesuiti argentini nel 2013, la solenne cerimonia si è tenuta sabato mattina in piazza San Pietro a Roma, alla presenza di migliaia di fedeli. Vestiti con vesti rosse, i nuovi cardinali si sono inginocchiati davanti al Papa per ricevere il fermaglio – un cappello rettangolare viola – e l’anello cardinalizio.

Dei 137 cardinali elettori attualmente in carica, quasi tre quarti sono stati scelti da Papa Francesco, aumentando le possibilità che il prossimo Papa condivida la sua visione di una Chiesa più progressista e inclusiva.

Diciotto dei 21 cardinali appena consacrati hanno meno di 80 anni e potrebbero quindi partecipare al conclave che nominerà il prossimo vescovo di Roma se Francesco morisse o si dimettesse.

I nuovi arrivati ​​provengono da Stati Uniti, Francia, Italia, Argentina, Svizzera, Sud Africa, Spagna, Colombia, Sud Sudan, Hong Kong, Polonia, Malesia, Tanzania e Portogallo.

Rivolgendosi ai cardinali “provenienti da ogni angolo del mondo”, papa Francesco ha paragonato il collegio cardinalizio a una “orchestra sinfonica” dove “la diversità è importante” ma “ogni musicista deve ascoltarsi a vicenda”.

Un vescovo còrso nominato cardinale

La Malesia e il Sud Sudan hanno cardinali per la prima volta, a testimonianza del desiderio dell’attuale Papa di puntare i riflettori su quelle che chiama le “periferie” del mondo, che spesso sono in preda alla guerra o forniscono rifugio alle minoranze cattoliche.

Un appuntamento importante riguarda Stephen Chow Sau-Yan, a Hong Kong, dove il Vaticano sta lavorando per migliorare le condizioni dei cattolici. Il vescovo ha compiuto in aprile una visita storica a Pechino, nella Cina comunista.

Tra i nuovi arrivati ​​anche due francesi, portando a sei il numero degli elettori francesi: il vescovo di Ajaccio, mons. François Bustillo, 54 anni, francescano di origini spagnole, e Christophe Pierre, 77 anni, nunzio apostolico negli Stati Uniti dopo una ricca carriera diplomatica . Circa 800 fedeli corsi si sono recati per assistere alla cerimonia.

Un’altra nomina importante, quella dell’italiano Pierbattista Pizzaballa, primo patriarca di Gerusalemme – la massima autorità cattolica in Oriente – è stato creato cardinale.

L’Europa, la cui rappresentanza è diminuita in dieci anni, questa volta è in una buona posizione con otto rappresentanti, tra cui il portoghese Américo Aguiar, di 49 anni e il più giovane della lista.

Da notare anche le differenze tra i tre membri della Curia vicini al Papa, il “governo” centrale della Santa Sede: l’italiano Claudio Gugerotti, l’argentino Victor Manuel Fernandez e l’americano Robert Prevost.

Con AFP e Reuters

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