I media italiani hanno riferito che Mario Draghi si è scagliato contro i poteri della Commissione e dell’UE per la loro posizione sulla crisi energetica, suonando campanelli d’allarme sull’imminente recessione senza nascondere le sue preoccupazioni per il deficit dell’Italia.
L’italiano “Stampa” nel suo articolo intitolato “Sarete incolpati della recessione” fa riferimento al clima del Sinodo di Praga. Come scrive nell’articolo, l’ex governatore della Bce è in contrasto con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen e con Soltz e Rutte.
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Abbiamo scatenato la guerra di Mosca e non abbiamo ancora risolto nulla
“Sono sette mesi che si parla di gas naturale”, ha detto Mario Draghi. “Abbiamo speso decine di miliardi di soldi dei contribuenti europei per alimentare la guerra di Mosca e non abbiamo ancora fatto nulla. Se non avessimo perso molto tempo, non saremmo sull’orlo della recessione in questo momento”.
Un feroce attacco a un partner, ovvero Draghi, che fin dall’inizio della guerra in Ucraina ha sostenuto un tetto ai prezzi del gas naturale. Questo, tuttavia, non ha mai raggiunto una posizione quasi unitaria, mentre il suo governo sta prendendo provvedimenti per normalizzare nel tempo i prezzi dell’energia domestica, come riportato da ertnews.gr.
«Nel penultimo vertice da presidente del Consiglio», scriveva La Stampa, Mario Draghi «ha preso una decisione e ha messo in imbarazzo più di uno dei presenti». Al punto in cui un partecipante sembra aver sottolineato che “non l’abbiamo mai visto così crudele”.
“L’ex banchiere centrale ha abbandonato il tono comprensivo e ha rivolto lo sguardo a Ursula von der Leyen, Olaf Scholz e Mark Rutte”. Nel dettaglio «con il primo aveva avuto discussioni segrete la sera prima, esortandolo a porre fine alle sue esitazioni ea smettere di essere influenzato dai suoi colleghi tedeschi e olandesi. Tuttavia, con gli altri due faceva davvero freddo”, riporta il quotidiano italiano.
“Cosa dovrebbe fare il melone ora”
Come ha rilevato oggi il quotidiano online Open, Draghi ha accusato i due leader europei Solz e Rutte di “violare il fronte europeo della solidarietà”. In particolare Solz “per uno scudo da 200 miliardi che permette a Berlino di mettere in sicurezza cittadini e imprese senza pensare al resto d’Europa” e Rutte “per essersi rifiutata di separare i prezzi di elettricità e gas naturale”.
Allo stesso tempo, crescono le preoccupazioni politiche tra i partner europei per i cambiamenti politici imminenti in Italia, da Mario Draghi al governo Georgia Meloni, e in particolare per i vari interventi francesi nella vita politica italiana – argomenti che Draghi ha discusso con Macron, che appare di essersi impegnato in una “dichiarazione riparativa”.
Quindi, nonostante il tono rassicurante con i giornalisti – ieri sera Draghi ha affermato che “quando ci sono cambiamenti importanti nel governo e nella politica, c’è grande curiosità. Ma nessuna preoccupazione” – in realtà l’irritazione è intensa.
Come ha osservato il quotidiano Open, “negli ultimi mesi il suo governo (Draghi) ha speso 60 miliardi di aiuti. E ora non c’è spazio per ulteriori deficit”. Al punto in cui il presidente del Consiglio italiano sembra aver detto ai suoi colleghi “Cosa dovrebbe fare adesso Giorgia Meloni?”.
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