Agli occhi delle autorità, una spirale dichiarata terreno fertile appartiene alla base aerea e riceve sussidi per centinaia di migliaia di euro
Tre italiani sono accusati di appropriazione indebita di oltre 375.000 euro di fondi agricoli Ue tra il 2020 e il 2023.
Per ricevere questo sussidio hanno dichiarato di possedere e coltivare 368 ettari di terreno che in realtà non appartenevano a loro. Secondo le autorità italiane il terreno apparteneva alla base aerea di Sigonella, dove i tre indagati svolgevano lavori di giardinaggio.
“Non potevano utilizzare la terra per attività agricole, ma solo per falciare l’erba”, ha detto un portavoce della Procura europea (EPPO), che ha richiesto l’indagine, le cui conclusioni sono state pubblicate oggi (22 maggio). dal tribunale di Catania.
I sospettati sono due fratelli e altri loro complici, che successivamente hanno partecipato attivamente alla rete. Entrambi i fratelli lavorano come agricoltori, uno di loro ha anche un’azienda agricola, mentre l’altro lavora presso il Centro di Assistenza Agricola in Italia.
Questo è il terzo grande caso di corruzione in Italia nel 2024 a finire sotto la supervisione della Procura europea, che indaga, persegue e persegue gli autori di atti criminali che danneggiano il bilancio dell’UE.
Nell’ambito delle relative indagini negli ultimi tre mesi sono stati sequestrati beni per un valore di oltre 3,7 milioni di euro.
Secondo i dati EPPO, nel 2023 un terzo delle indagini pendenti su frodi nel bilancio agricolo dell’UE riguardavano l’Italia.
Per Andrea Venegoni, procuratore europeo per l’Italia, sono molteplici le ragioni dell’elevato numero di indagini per frode agricola nel Paese.
“Prima di tutto, ci sono molte zone rurali in Italia in cui i fondi dell’UE vengono incanalati per incoraggiare l’agricoltura e lo sviluppo rurale”, ha detto a Euronews.
“È anche naturale che se ci sono soldi, c’è la possibilità di frodi. “Pertanto, le organizzazioni criminali stanno prendendo di mira i programmi di finanziamento dell’UE”, ha aggiunto.
I pubblici ministeri hanno inoltre sottolineato le “eccellenti capacità investigative” della Guardia di finanza italiana che è riuscita a individuare la frode, combinate con l’attività delle procure europee che hanno collaborato efficacemente con le forze dell’ordine.
La frode non rientra nell’azione della Commissione, poiché l’organo esecutivo dell’UE può occuparsi solo delle violazioni amministrative che potrebbero verificarsi.
L’Ufficio antifrode dell’UE (OLAF) è l’organismo responsabile della gestione dei casi di frode, che possono poi essere perseguiti dall’EPPO.
“La Commissione non tollera le frodi. “Confidiamo che la Procura europea e l’OLAF indaghino, seguano e perseguano sempre i casi di frode”, ha detto a Euronews il portavoce della Commissione Olof Gill.
“Poiché i beni dei presunti autori del reato sono stati confiscati in base a un ordine del tribunale, gli interessi finanziari dell’UE sono pienamente tutelati”, ha aggiunto.
La commissione seguirà da vicino gli sviluppi del caso per determinare se i presunti crimini evidenziano debolezze nel sistema di controllo, ha continuato il portavoce.
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