“Per tutta la mia carriera finora sono stata disprezzata, perché sono una donna, di destra, perché sono entrata in politica e perché sono bassa. E questo è un vantaggio”. E’ quanto ha detto di recente Giorgia Meloni, durante un intervento nel giardino di un’antica villa con giardino in riva al mare, in una delle tante località turistiche d’Italia che ha visitato in campagna elettorale.
Sembra, quindi, pronto a prendere in mano le redini del suo Paese come presidente del Consiglio, dopo le elezioni anticipate tenutesi a seguito delle dimissioni del governo di Mario Draghi. L’elezione, che, come è noto, è stata fissata per il 25 settembre – la prima volta dopo 100 anni in autunno, viola la sacra regola italiana che nessuno può “svincolarli” dalle vacanze di ferragosto.
Leggi anche – Italia: premier nostalgico con il fascismo?
Non è un caso che questo – “Pronto!” – è stato anche scelto come uno dei suoi slogan centrali, adornando i manifesti del suo partito, Adelphia in Italia – che ha una linea di affinità politica diretta con il (neo)fascismo. Per coincidenza o meno, lo slogan è quasi identico a quello di Marion Maréchal Le Pen, nipote di Marine Le Pen, che si dice sia pronta a subentrare quando sarà il momento e condurre l’estrema destra alla posizione di “leader” in Francia . .
Forse non a caso, scrive nel suo servizio il quotidiano italiano “La Repubblica”. E questo non perché il marito del politico francese sia un parlamentare del partito di Meloni, Vincenzo Sofo, ma soprattutto perché l’estrema destra italiana e quella francese sembrano seguire strade parallele, avendo piazzato la stessa scommessa: stupire e assicurarsi che sono cambiati e non esistono in relazione agli estremi passati. Che i cittadini non abbiano motivo di temere e, al contrario, abbiano tutte le ragioni per affidarsi alla Meloni di oggi e alla Le Pen di domani a governare, lasciando una volta per tutte il partito tradizionale, responsabile di tutto il male che esiste. successo oggi.
Previsioni dell’agenzia di sondaggi
I sondaggi in Italia mostrano che questo scenario è ora il più probabile. C’è chi, infatti, pensa che sia quasi certo, soprattutto dopo il crollo degli sforzi per formare una grande coalizione di centrosinistra, sotto i Democratici, che possa “guardare negli occhi” già formata da Meloni, Matteo. Salvini e Silvio Berlusconi, insieme a diversi piccoli partiti. Il che significa, in un sistema elettorale misto, che il secondo schieramento assicurerà la maggioranza assoluta sia al prossimo Parlamento, con circa 245 seggi su un totale di 400, sia al Senato, dove si prevede di votare per 127 su 400 200.
“Di fronte alla sinistra divisa e all’isolato Movimento 5 Stelle, si dice che la coalizione di destra si sia assicurata il 45% dei voti nei sondaggi e, di conseguenza, sembra aver vinto la battaglia”, ha scritto il francese “Le Monde “.
Poiché questa è anche la foto della notte del 25 settembre, Meloni farà del suo meglio per andare a Kirinolio e ricevere l’ambito mandato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Mancano sette settimane all’apertura delle votazioni, quindi, come osserva Politico, tutto ciò che Meloni deve fare praticamente è evitare un grave errore, quello che farebbe rivoltare gli italiani contro di lui e radunare i suoi avversari. E allo stesso tempo, di sfruttare il programma in 15 punti intitolato “Italia domani”, approvato dai soci e presentato ufficialmente questa settimana, per raggiungere più elettori, sia “casalinghe” che poveri e pensionati.
edizione cartacea NOTIZIA
“Analista certificato. Esploratore a misura di hipster. Amante della birra. Pioniere estremo del web. Troublemaker.”