Un neonato è tra i dispersi nell’affondamento di una barca di migranti al largo dell’isola di Lampedusa, in Italia, giovedì (22 giugno).
Condizioni meteorologiche avverse
Giovedì 22 giugno, l’affondamento di a immigrato al largo dell’isola italiana di Lampedusa ha provocato la perdita di una quarantina di persone, compresi i neonati. La triste notizia è stata data da un portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati Italia, Chiara Cardoletti. Le autorità hanno confermato che la nave trasportava 46 migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana, tra cui Costa d’Avorio, Burkina Faso e Camerun. Le cattive condizioni meteorologiche, i forti venti e le onde alte, hanno causato il capovolgimento della nave. Alcuni dei sopravvissuti sono stati soccorsi e portati a Lampedusa, mentre altri sono stati rimandati in Tunisia RTL.
Appello per un’azione coordinata delle navi europee
Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Imo), ha sottolineato che gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un aumento degli arrivi immigrato dall’Africa sub-sahariana rispetto ai tunisini, a causa della forte discriminazione in Tunisia che li ha spinti a fuggire in Europa. “Da novembre stiamo assistendo a più arrivi di migranti dall’Africa sub-sahariana che tunisini” attraverso la strada tunisina, “è più sicura della strada libica perché è più corta”, ha detto. Questa situazione solleva serie preoccupazioni per la sicurezza dei migranti e richiede un’azione coordinata delle navi europee per monitorare le rotte migratorie, in particolare quelle che collegano Tunisia e Libia.
Situazione inaccettabile
Chiara Cardoletti, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati a Italia, denunciando l’inaccettabile perdita di vite umane ai confini dell’Europa, riferendosi a precedenti naufragi mortali in Italia, Grecia e Spagna. Ha anche sottolineato la fragilità dei manufatti in ferro tunisini di scarsa qualità, che si rompevano rapidamente se qualcosa andava storto. Lampedusa, situata a circa 145 chilometri dalla costa tunisina, rimane uno dei principali punti di ingresso immigrato attraverso il Mediterraneo. Nel 2022 sono sbarcate sull’isola più di 46.000 persone, su un totale di 105.000 arrivi in Italia, secondo l’UNHCR (Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati).
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