Sull’argomento Eva Kaili Lo riferisce oggi il Corriere della Sera, citando il suo legale. Secondo quanto riportato dai giornali italiani, i giudici belgi stanno indagando sullo scandalo Porta del Qatar avrebbero esercitato un’indebita pressione su Eva Kaili, suggerendole di ammettere la sua colpevolezza, con la promessa che sarebbe stata rilasciata dalla prigione.
Va notato che dopo la fine dell’ultimo processo, gli avvocati di Eva Kaili hanno lamentato che il loro cliente è stato tenuto in isolamento per sei ore, parlando di torture che ricordano il Medioevo e violazioni dei diritti umani.
Oggi un quotidiano italiano ha esposto la suddetta affermazione del famoso criminologo Michalis Dimitrakopoulos.
“Non ha accettato di ammettere qualcosa che non ha fatto”
“Fin dall’inizio, hanno suggerito che Eva Kaili si dichiarasse colpevole e fosse rilasciata dal carcere in modo che potesse finalmente riabbracciare sua figlia”, ha detto Dimitrakopoulos, chiarendo che il suo cliente, che dal primo giorno si è dichiarato non colpevole, si era sempre rifiutato.
“Nonostante il fatto che stare lontano dalla sua bambina sia il più grande tormento psicologico, non ha accettato di ammettere qualcosa che non ha fatto”, ha aggiunto l’avvocato greco.
Ho legalizzato Eva Kaili: per la rarità di depositare dichiarazioni colpevole https://t.co/kUC3Nr27zV
— Corriere della Sera (@Corriere) 21 gennaio 2023
Come affermava anche la pubblicazione “non voleva che sua figlia ereditasse lo stigma che sua madre fosse una donna politica corrotta, perché non è vero”.
La stessa testata ha anche affermato che: “L’ex giornalista della tv greca è stata immediatamente rilasciata dal compagno Giorgi, ma gli inquirenti non hanno creduto alla versione della coppia, ritenendo che la donna fosse un membro della rete Panzeri e hanno cercato di aiutarla a prelevare denaro dal fondo. . Infatti, l’hanno accusata di aver commesso tangenti e di aver cercato di nascondere i proventi del crimine.”
Qual è il prossimo passo?
Il prossimo passo di Dimitrakopoulos per Eva Kaili è costruire un profilo di una donna che è stata profondamente ferita dal mese e mezzo che ha trascorso dietro le sbarre nella prigione di Haren, ha detto il giornale.
“Tremava mentre raccontava al giudice, che è anche una donna, delle torture che aveva subito, non in prigione, ma nella cella della polizia. Quello che ha vissuto – ha detto l’avvocato – ricordava il film ‘Midnight Express’, ma purtroppo è avvenuto in mezzo all’Europa”.
L’accusa contro i presunti metodi aggressivi del sistema giudiziario belga si è conclusa con l’annuncio dei prossimi passi legali da parte dei difensori di Eva Kaili: “La prossima settimana faremo appello alla Corte Suprema, ha annunciato Dimitrakopoulos. Quando qualcuno viene arrestato viene immediatamente protetto da la legge. Mi chiedo se sia lo stesso a Bruxelles.”
Fonte gr
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