Anche la mafia italiana, come ogni azienda, è stata duramente colpita dalla pandemia di coronavirus. Tuttavia, secondo Maurizio Vallone, capo della Direzione investigativa antimafia in Italia, l’associazione criminale sta preparando da mesi il suo personale “recupero” a spese dei fondi europei.
Vallone ha spiegato all’agenzia Bloomberg che la mafia ha trovato la propria via d’uscita dalla crisi del coronavirus attraverso la difficile situazione delle aziende che non hanno ricevuto prestiti dal governo italiano.
Le complessità burocratiche e bancarie nel ricevere questi prestiti – paragonabili ai finanziamenti ICO spagnoli – hanno lasciato molte aziende italiane in gravi difficoltà di fronte alle restrizioni alle attività imposte dalla pandemia. La mafia ha sfruttato la situazione di vulnerabilità delle imprese per acquisire le aziende soffocate che hanno maggiori possibilità di accedere al prossimo fondo europeo, orientato ai settori digitale, ambientale e sanitario. Anche nel settore delle infrastrutture.
Così, i tentacoli della criminalità organizzata si sono allargati alle piccole e medie imprese italiane che hanno problemi di liquidità, con l’obiettivo di posizionarsi sulla piattaforma perfetta che attende milioni di persone in Europa.
La mafia pianifica molto bene questa strategia andando direttamente alla fonte del flusso di denaro nei prossimi mesi. L’Italia sarà il Paese che beneficerà maggiormente del Recovery and Resilience Fund, con un importo di 209 miliardi di euro, superiore alla Spagna.
“La mafia cercherà di prendersi tutto. Dobbiamo fare in modo che non prendano un solo euro”, ha detto il boss dell’Antimafia in un’intervista da Roma. Vallone ha confermato i suoi sospetti con i numeri: Banca d’Italia ha rilevato 113mila operazioni sospette, con un incremento del 7%.
Di fronte a questa situazione, il Dipartimento Antimafia ha reagito con piani di rafforzamento della vigilanza e della supervisione di tutti i progetti di appalti pubblici. La proposta che Vallone invierà nei prossimi giorni al Viminale darebbe libero sfogo agli ispettori antimafia per monitorare tutte le cessioni, i subappaltatori e i fornitori durante tutta la vita del progetto.
La gestione di questi fondi ha infine danneggiato il governo italiano nel mese di gennaio. Il nuovo esecutivo tecnico guidato da Mario Draghi sarà responsabile della corretta gestione e distribuzione dei 209 miliardi di europei destinati a risollevare il Paese dalla peggiore crisi economica dal secondo dopoguerra.
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