La “piccola rivoluzione” nel Pd – Di Roulis Kokelides

“Una piccola rivoluzione”, così tanti analisti caratterizzano il recente cambio ai vertici del Pd, tra cui la direttrice del quotidiano “Il Manifesto”, Norma Rangieri, e Luciana Castellina, nota a quasi tutti noi, l’emblematica personalità della sinistra italiana e di questa Europa.

La neoeletta segretaria, Ellie Sline, è una giovane donna, di sinistra e femminista, che sta ravvivando le speranze di tutte le forze di sinistra e progressiste di cambiare rotta al Partito Democratico con priorità fondamentali e una politica pubblica non negoziabile, un’opposizione unita nella società e nel parlamento. La massiccia manifestazione antifascista del 4 marzo a Firenze con la partecipazione di Elie Schlein, Conte (capo del Movimento 5 Stelle), il segretario della Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, e il segretario generale della Cgil (Confederazione Generale del Lavoro) Maurizio Ladini, ravvivate le speranze per un’azione comune antifascista finalizzata al cambiamento dinamico.

L’Italia Democratica resiste, partecipa, si mobilita. Il raduno di massa a Firenze fu la prima risposta politica del popolo al governo di destra Meloni, che giorno dopo giorno rivelava i suoi caratteri fascisti. La società italiana, gli enti locali, come la Regione Calabria, condannano l’inaccettabile, cinica e spietata politica del governo di lasciar annegare troppi profughi.

Lo slogan principale delle manifestazioni di massa e unificanti, “Il FASCISMO è già qui, dobbiamo reagire”, era una voce contro gli sviluppi politici e sociali in Italia – e non solo! Purtroppo l’Europa sta affrontando un incubo che ha conosciuto fin troppo bene in passato e le cui conseguenze sono state drammatiche ed è imperativo sollevare un potente fronte antifascista. Oggi, come molti sostengono, le condizioni possono essere diverse, ma una serie di scelte sbagliate e fuorvianti – dal predominio del neoliberismo con l’accumulo di ricchezze nelle casse di pochi all’incapacità di elaborare politiche umanitarie per i rifugiati – hanno favorito la diffusione di razzismo e xenofobia. Osservando gli sviluppi della comunità internazionale, possiamo solo vedere che la situazione sta peggiorando. Questo non è solo difficile, ma anche tragico. Sperimentiamo il declino della democrazia a causa della guerra, dell’eccessiva concentrazione della ricchezza e dell’emarginazione/deprezzamento della società.

In questo teatro di burattini da incubo europeo e globale, la grave elezione dell’avvocato Ellie Sline – che ha studiato e cresciuto a Bologna Rossa per guidare il Partito Democratico Italiano, con un processo partecipativo della società, è un varco attraverso il quale passano luce e ottimismo. Slaine è un attivista, si batte per i diritti umani, sostiene attivamente il cambiamento climatico e crede che il diritto al lavoro Alliance of Inequality dovrebbe essere uno dei pilastri principali del Partito. Sosteneva che lo “strangolamento” del lavoro, dei lavoratori, è stato uno degli errori più tragici e che ha portato i più grandi e massicci partiti di sinistra in Italia e in Europa – nell’era post-Berlinguer – alla mutazione, al neoliberismo! Il risultato fu disastroso per il partito e per l’Italia, paese chiave per lo sviluppo europeo.

È vero che la scomparsa di Enrico Berlinguer, il grande leader della sinistra, non è mai stata messa a tacere! E ora qualcosa comincia a brillare in Italia con il dinamico arrivo di Ellie Sline. L’opinione pubblica comincia a sperare ea sostenere il Pd, lo dicono i sondaggi. L’alleanza di destra sta perdendo il suo potere.

Si stanno organizzando iniziative politiche che stanno modellando nuovi paesaggi. Slaine, anche come membro dell’importante organizzazione semiologica Bolonina, contribuì in modo decisivo – giorno dopo giorno – alla creazione di una nuova psicologia politica e in un clima di entusiasmo e partecipazione.

Il sindacato Pd è considerato una scommessa vinta con la partecipazione alla presidenza di Stefano Bonacini, governatore regionale dell’Emilia Romagna, principale rivale di Schlein per la leadership. Il movimento giovanile “Sardella”, nato in piazza di Bologna e che ha svolto un ruolo decisivo nell’elezione di una nuova dirigenza, si è sviluppato in modo dinamico – le sue iniziative politiche sui temi dei giovani, delle università, degli scienziati sono enormi -, ed è a l’avanguardia delle rivendicazioni e delle lotte contro le visioni generalizzanti, gli algoritmi e il dominio dell’individualità del neoliberismo.

In questo sforzo si attiverà presto l’Istituto Gramsci, che in passato, soprattutto durante l’era Berlinguer, ha svolto un ruolo importante per gli sviluppi politici e ideologici.

Si pensava anche di avviare la diffusione dello storico quotidiano di sinistra “L’Unità”. Bologna è sempre stata il centro dello sviluppo della sinistra, un “laboratorio politico” dove sono emerse nuove leadership. Eli ha studiato Giurisprudenza nella sua Università, in una città e in un territorio i cui cittadini hanno abbracciato e sostenuto questa “piccola rivoluzione” per spostare a sinistra la politica italiana. La gioia è stata grande. Ma tutti i movimenti richiedono cura e attenzione.

Questo messaggio deve arrivare in tutta Europa: Ricostituzione, Alleanze, Unità della sinistra, progressisti, forze democratiche. Possano tutti noi in Grecia ricevere questo messaggio alla luce delle elezioni. La sinistra nel nostro Paese deve – oggi, adesso – essere riattivata e questo si può fare con le iniziative politiche di SYRIZA e Alexis Tsipras. Non lasciare che questo slancio vada sprecato. Possiamo rendere grandi le “piccole rivoluzioni”.

Lo dobbiamo alla nostra visione di un mondo migliore…

*Membro onorario di ESIEA, insegna all’Università di Bologna, membro di South OM SYRIZA Kozani

Alberta Trevisan

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