La società italiana ENI, dedicata agli idrocarburi e posseduta al 30% dal Ministero delle Finanze italiano, ha acquistato le attività algerine di BP. L’acquisizione comprende due importanti giacimenti di gas, In Aminas e nella preghiera, nel sud del Paese, attive rispettivamente dal 2006 e dal 2004.
Secondo la dichiarazione della società italiana, il giacimento di gas ha aumentato la produzione nel 2021 a circa 11.000 milioni di metri cubi (m3) di gas e 12 milioni di barili di condensato e GPL nel 2011.
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La società ritiene che questa decisione sia fattibile aumento significativo della produzione di gas. Questo movimento, ha aggiunto l’ente, crea nuove e sinergiche opportunità di sviluppo, focalizzate soprattutto sull’incremento della produzione di gas.
Direttore generale, Claudio è scalzo, si è recato in Algeria insieme ad alti funzionari del governo italiano all’inizio di quest’anno per firmare un contratto per aumentare le esportazioni di gas algerino verso l’Italia, nel tentativo di soppiantare le forniture russe. Allo stesso tempo, l’Italia ha cercato di rafforzare i suoi legami con l’Algeria dopo il suo allontanamento dalla Spagna dopo aver sostenuto la posizione del Marocco sul Sahara occidentale.
L’operazione ha un forte valore strategico e contribuisce a continuare a soddisfare il fabbisogno di gas dell’Europa, oltre a rafforzare la presenza di Eni in Algeria, uno dei maggiori produttori di gas per l’Italia, visto che Roma ne aveva fatto il primo fornitore e l’aveva acquistata. fornitura di gas superiore al 20%., in aggiunta alle sue importazioni in Russia dallo scoppio della guerra in Ucraina. Eni ha un contratto a lungo termine per il gas con il colosso statale dell’energia Sonatrach e legami storici con l’Algeria.
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