Massimo Cellino ha rivelato di aver distrutto documenti durante il suo periodo alla guida della Serie A.
Sono trascorsi quasi due decenni dal famigerato scandalo “Calciopoli” e continuano a emergere dettagli incredibili sulla gestione del calcio italiano a metà del primo decennio degli anni 2000. Ora “Rai” ha annunciato che l’ex proprietario e presidente del Brescia, Massimo Selino, ha bruciato documenti riservati relativi alle sue azioni compromettenti quando è diventato presidente dell’associazione di club di Serie A nel 2006.
La “Rai” sta indagando di nuovo su “Calcppoli”, e ora lo stesso Celino ha scoperto il caos che c’era nel calcio italiano in quel momento e cosa usava il presidente del club per cercare di aggiustare la partita.
“Ho cercato di controllare tutto, ma sono svenuto! Sto iniziando a ripulire tutta la merda là fuori, non so da dove cominciare. Abbiamo sei o sette presidenti che cercano sempre di incontrare la capolista per preparare il campionato.“, lui dice.
In questo spettacolo, l’ex proprietario del Leeds e controverso milionario italiano stesso ammette di aver bruciato documenti riservati!
“Ho un contenitore pieno di fascicoli: chi ha prestato false garanzie bancarie, chi si è sottratto al controllo… Siamo andati in piazza e c’era una discarica di acciaio. Ho buttato tutto lì dentro e l’ho bruciato. L’ispezione finanziaria è tornata e non hanno trovato nulla!“Ha detto Selino.
Nella puntata successiva viene annunciato che i giornalisti stanno esaminando una memory card consegnatagli da Luciano Moji, uno dei principali condannati di Calciopoli. A quel tempo era uno dei vertici della Juventus e, come ha affermato, “su 170.000 conversazioni contestate, solo 25 si riferivano alla Juventus”.
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