Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha detto a Pristina che la sua visita in Serbia e Kosovo è stato un messaggio che l’Italia sostiene entrambe le parti per raggiungere una soluzione di compromesso.

In una conferenza stampa congiunta a seguito di un incontro con il ministro degli Esteri del Kosovo Donika Gervala, Tajani ha affermato di aver ricevuto messaggi da entrambe le parti che erano “pronte ad andare avanti” nel dialogo.

Tajani ha accolto con favore la decisione delle autorità di Pristina di rinviare di 48 ore la pena per il proprietario del veicolo che non cambia la targa serba in una kosovara, ma ha detto che nessuna delle due parti ha compiuto il passo unilaterale.

“Apprezzo la decisione del Kosovo di sospendere la pena per 48 ore, è un segnale di disponibilità. Questa mattina ho sentito della disponibilità della Serbia. Sosteniamo questa disponibilità. Con la decisione di rinviare la sentenza, il Kosovo ha dimostrato che il dialogo non verrà messo a tacere. Questo mi ha dato speranza e siamo venuti a trovare una soluzione. Siamo imparziali. Siamo nel mezzo, dobbiamo stare nel mezzo per trovare soluzioni ai problemi”, ha detto Tajani.

Ha aggiunto che non c’era bisogno di creare nuovi problemi nei Balcani poiché la regione stava già “soffrendo abbastanza”.

Il ministro Gervala ha detto che Tajani era “un vecchio amico del Kosovo e un europeo giurato”.

“Abbiamo parlato con il ministro dei progressi del Kosovo in campo economico, dei valori europei comuni, delle riforme istituzionali che sono in cima all’agenda, di un aumento significativo degli investimenti in Kosovo. Lo ringrazio per il sostegno che l’Italia ha dato al Kosovo prima e dopo la guerra”, ha detto Gervala.

Ha aggiunto che si è discusso “della situazione geopolitica in Europa e nella regione, dei tentativi della Serbia di destabilizzare il Kosovo e del fatto che lo stato di diritto è una risposta necessaria” e non solo nei Balcani occidentali.

“Abbiamo parlato anche di dialogo con la Serbia, dialogo che vogliamo abbia un risultato finale che non può essere diverso dal riconoscimento reciproco”. Abbiamo parlato del fatto che spesso si verificano errori nei dialoghi e abbiamo assicurato loro che gli errori non si sarebbero ripetuti”, ha detto Gervala.