“L’ulteriore sviluppo (di Venezia), l’impatto del cambiamento climatico e il turismo di massa minacciano di causare cambiamenti irreversibili allo straordinario valore di questa città”, ha affermato l’organizzazione in una nota citata dall’AFP. La città è minacciata dall’innalzamento del livello del mare e da altri “eventi climatici estremi”. L’UNESCO spera che la minaccia o addirittura l’inserimento nell’elenco dei monumenti a rischio “porterà a maggiori sforzi e mobilitazione da parte di attori locali, statali e internazionali”, ha affermato Le Monde in una nota.
Il ministro italiano della Cultura Gennaro Sangiuliano, che lunedì ha visitato il ghetto ebraico di Venezia, non ha commentato la dichiarazione dell’organizzazione, secondo l’AFP. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha affermato che i colloqui con l’UNESCO sono responsabilità dello Stato, non della città, ha aggiunto l’agenzia.
Sono vietate le navi da crociera
Due anni fa l’obiettivo delle critiche dell’agenzia dell’ONU erano soprattutto le grandi navi da crociera che arrivavano fino alla città. A partire dall’agosto 2021 le navi con un dislocamento superiore a 25.000 tonnellate, su decisione del governo italiano, non potranno utilizzare il Canale della Giudecca a Venezia e non potranno nemmeno transitare vicino a Piazza San Marco. Sono stati invece dirottati verso il porto industriale di Marghera. Il governo italiano ha pagato milioni di dollari a titolo di risarcimento alle compagnie di navigazione che hanno sostenuto costi derivanti da cambiamenti di rotta.
Venezia è nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1987. Se Venezia fosse inclusa nell’elenco dei monumenti a rischio, le autorità dovrebbero sviluppare un piano con misure per risolvere i problemi identificati dall’organizzazione delle Nazioni Unite.
Se la situazione dovesse peggiorare, Venezia rischia in futuro di essere rimossa dalla Lista del Patrimonio Mondiale. Ma questo accade raramente. A questo proposito è noto il caso dello smantellamento della valle dell’Elba a Dresda nel 2009 a causa della costruzione di un moderno ponte sull’Elba che, secondo le organizzazioni delle Nazioni Unite, ha danneggiato in modo significativo il carattere culturale del paesaggio in questa parte della Sassonia.
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