Matteo Messina Denaro è considerato l’ultimo grande boss di Cosa Nostra.

Il boss della mafia italiana Matteo Messina Denaro è in fuga da più di tre decenni – ora muore solo otto mesi dopo la sua cattura: il 61enne è morto di cancro in una clinica carceraria della città dell’Italia centrale. L’Aquila, secondo quanto riferisce l’Ansa, lunedì sera. Il boss di Cosa Nostra siciliana è stato arrestato solo a metà gennaio. A quel tempo voleva farsi curare in una clinica privata nel capoluogo isolano di Palermo sotto falso nome. Non ha mai fatto una confessione. Non ci furono ulteriori udienze.

La salute del criminale, affetto da cancro al colon, è peggiorata drasticamente negli ultimi giorni. Venerdì sera il medico curante ha annunciato che il pluriomicida era entrato in coma dal quale non sarebbe riuscito a svegliarsi. Su sua richiesta, le misure di supporto vitale sono state interrotte. I parenti possono dire addio a Messina Denaro. Secondo quanto riportato dai media, sua figlia, nata durante anni di clandestinità, era con lui nelle ultime ore.

Messina Denaro è rimasto scioccato dalla sua brutalità

Secondo l’indagine, come membro di Cosa Nostra, il siciliano ha commesso o organizzato dozzine di omicidi, tra cui l’attentato contro i due cacciatori di mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 1992, che fece notizia in tutto il mondo. In quel momento morirono anche diverse guardie del corpo e altri colleghi. Si dice anche che abbia contribuito a organizzare il rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo nel 1993: il ragazzo fu rapito affinché il padre non potesse testimoniare in tribunale. Dopo 779 giorni, la mafia lo strangolò poco prima del suo quindicesimo compleanno e dissolse il suo corpo nell’acido.

A quel tempo, Messina Denaro cominciò ad ascendere alla carica di boss di Cosa Nostra. Fu considerato confidente e poi successore degli ex padrini Salvatore “Totò” Riina e Bernardo Provenzano. Il brutale e immorale Riina è chiamato il “capo dei capi”. Fu arrestato il 15 gennaio 1993, quasi esattamente 30 anni prima di Messina Denaro. Riina e Provenzano sono morti in carcere rispettivamente nel 2017 e nel 2016.

“Mi avete arrestato perché ero malato”

Messina Denaro sa da tempo di avere un cancro. Aveva ricevuto cure per diversi mesi in una clinica privata e alla fine fu arrestato. Lì era conosciuto come un paziente di nome Andrea Bonafede, ha subito un intervento chirurgico ed è venuto anche per ulteriori esami. Quando è stato arrestato aveva anche una carta d’identità con quel nome e perfino il codice fiscale.

Fino ad oggi, il pubblico non ha mai saputo esattamente come sia riuscito a nascondersi per così tanto tempo. Si presume che abbia sostenitori anche da parte dello Stato. Lo scrittore antimafia Roberto Saviano, che viveva costantemente sotto la protezione della polizia, ha detto il giorno del suo arresto: “Come tutti i boss, resta dove tutti sanno che può essere trovato”. Quando venne arrestato, ammise subito: “Sono Matteo Messina Denaro”. Altri pazienti presenti all’operazione di polizia hanno applaudito.

Secondo gli investigatori, Messina Denaro non ha mai collaborato con le autorità anche dopo il suo arresto. Durante l’interrogatorio ha detto: “Non volevo fare storie su Superman o sembrare arrogante. Mi avete arrestato perché stavo male”. In carcere Messina Denaro ha dovuto subire due operazioni, l’ultima nell’agosto scorso. Ha fatto anche la chemioterapia. Secondo i medici, nelle sue ultime ore ha ricevuto solo antidolorifici.

Emiliano Brichese

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