Meloni in Libia per la firma dell’accordo sul gas naturale

Nel Tripoli lui Libia il primo ministro d’Italia è Giorgia Melonifirmare un accordo per gas naturalecon l’obiettivo di rafforzare il settore energetico la fornitura lui Europanonostante l’insicurezza e le turbolenze politiche nel Paese nordafricano.

Meloni ha incontrato i vertici del Consiglio dei Presidenti a tre della Libia, Mohamed al-Menfi, e il Primo Ministro Abdulhamid al- Dbeibacapo del governo di unità nazionale riconosciuto a livello internazionale a Tripoli.

Nel firmare l’accordo da 8 miliardi di dollari, il capo della National Oil Corp libica, Farhat Bengdara, e il capo dell’ENI italiana, Claudio Descalzi, hanno affermato che l’accordo è valido per 25 anni e produrrà fino a 800 milioni di piedi cubi di gas naturale al giorno. .

Ma il parlamento libico e le principali fazioni armate respingono la legittimità del governo Dbeiba, facendo temere un nuovo conflitto dopo due anni di pace.

I paesi europei stanno cercando sempre più di sostituire il gas russo con forniture energetiche dal Nord Africa e da altri paesi a causa della guerra in Ucraina.

L’Italia ha assunto un ruolo guida nella fornitura di gas naturale dall’Algeria, costruendo una nuova partnership strategica con il paese nordafricano che include un investimento per aiutare la società energetica statale Sonatrach a porre fine ai tagli alla produzione negli ultimi anni.

Tuttavia, l’accordo proposto da Tripoli non è certo di essere attuato a causa del conflitto interno alla Libia, che ha diviso il Paese tra fazioni in competizione per il controllo del governo e reciproche rivendicazioni di legittimità politica.

Sottolineando le divisioni politiche in Libia, il ministro del petrolio del paese, Mohamed Oun, ha rifiutato qualsiasi accordo che il NOC avrebbe fatto con l’Italia, dicendo che tale accordo dovrebbe essere fatto dal ministero.

Il capo del NOC Bengdara è stato nominato lo scorso anno da Dbeiba, il cui governo provvisorio assumerà il potere nel 2021 attraverso un processo sostenuto dalle Nazioni Unite.

Il parlamento della Libia orientale e le fazioni che lo sostengono hanno dichiarato all’inizio del 2022 che il governo non era più legittimo, respingendo la nomina di Bengdara e gli accordi presi da Tripoli con l’estero.

Il caos in Libia dalla rivolta sostenuta dalla NATO nel 2011 che ha rovesciato Muammar Gheddafi ha lasciato gran parte del paese nelle mani di fazioni armate. Una piccola missione militare italiana è dislocata in Libia da diversi anni.

L’insicurezza e l’illegalità hanno reso la Libia una rotta importante ma pericolosa per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa, spesso attraverso l’isola italiana di Lampedusa. Centinaia di migranti muoiono ogni anno cercando di viaggiare.

Meloni ha fatto della lotta all’immigrazione clandestina un punto cardine dell’agenda del suo governo e ha promosso il tema durante le recenti visite in Algeria ed Egitto.

Il ministro dell’Interno italiano Matteo Piandendozzi, responsabile per le questioni migratorie, ha accompagnato il presidente del Consiglio nel suo viaggio in Libia.

Alberta Trevisan

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