Dal GP del Canada molti ricordano la spettacolare caduta di Robert Kubica nel 2007 e dimostrano che quel giorno il polacco è rinato. Si parla di un muro di campioni, dove i migliori lasciano le impronte delle loro auto. Da Al Pease, che è contrassegnato in nero per essere troppo lento. O come Nigel Mansell si sia ritirato all’ultimo giro mentre era in testa dopo aver già festeggiato la vittoria con il pubblico.
Ricordo questi e altri aneddoti. Ma soprattutto ricordo il GP del Canada di 40 anni fa, nel 1982. E ricordo Riccardo Paletti, con i suoi occhiali e i suoi ricci.
Se ad Imola si ricordano Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, scomparso in quel famoso weekend del 1994, pochi in Canada ricordano Riccardo Paletti. Ebbene, forse non si ricorderanno nemmeno di Ratzenberger per non essere morto nello stesso Gran Premio di Ayrton.
Riccardo Paletti entrerà nel paddock per l’ottava volta come pilota del team Osella. Ma dalle sue precedenti sette occasioni, era riuscito a qualificarsi per la griglia solo due volte; Osella non ha dato di più. Non solo, in una delle due occasioni, pur essendo già qualificato, non è partito perché ha dovuto cedere la sua vettura al suo leader che lo ha ferito nel warm up.
All’inizio Didier Pironi era bloccato; La sua Ferrari è rimasta con la frizione attaccata. Raul Boesel non è riuscito a schivare completamente; una delle ruote toccò la ruota posteriore di Didier; Il cross del Brasile, colpito da Eliseo Salazar e Paletti, che si è conficcato nella parte posteriore della Ferrari, è stato scagliato in grembo e ha portato in avanti Geoff Lees.
Pironi è subito uscito ad aiutare Paletti, che si è reso conto di quanto sia stata dura la caduta, che ha mandato a pezzi l’attaccante di Osella. Sid Watkins arriva e si rende conto di essere privo di sensi, ma prima che possa agire, Osella prende fuoco. Tra Pironi e gli assistenti di volo, nel giro di 20 secondi hanno tenuto sotto controllo l’incendio e Watkins è riuscito a portare avanti il suo lavoro: l’italiano è stato schiacciato alla gamba, ci sono voluti 20 minuti per farlo scendere dall’auto ed è arrivato al morto in ospedale. La violenza nell’incidente ha causato molte emorragie interne.
Paletti è stato un pilota che ha iniziato a fare sport tardi, a 19 anni, ma aveva talento e un padre che aveva fretta di portare suo figlio in Formula 1. A 19 correva con la F-Super Ford, a 20 era in Formula 3 e all’età di 21 anni debutta in Formula 2, prima con Mike Earle e l’anno successivo con Onyx. Riccardo voleva un terzo anno in Formula 2, ma suo padre, importatore di Pioneer in Italia tra le altre attività, ha avuto l’opportunità di sponsorizzare Osella e spingerlo a saltare nella classe regina.
Ho ancora nella memoria le immagini dell’incidente del 1982. Il pugno è stato spettacolare, secco, diretto; Ha detto circa 160 km / ora. Oggi potrebbe non aver subito un graffio, ma la sua sicurezza non era quella di oggi. Riposa in pace Riccardo Paletti.
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