PiùUna domanda interessante che è stata perseguita dallo scrittore italiano Genovese nella commedia “Il segreto perfetto” e con la quale le sottoscrizioni culturali sono giunte a una brillante conclusione.
Queste sono le cose di cui sono fatte le commedie di successo. Per riscaldarsi, gli attori sono scesi in scena, deliziando il pubblico con vivaci dialoghi. Quando tutti sono insieme, l’alcol scorre a fiumi, la lingua si scioglie. Finché non è emersa l’idea piuttosto strana di mettere sul tavolo il cellulare per ammazzare il tempo e il divertimento.
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Tutte le chiamate, le app e i messaggi di testo devono essere letti ad alta voce. Tuttavia, non tutti gli ospiti apprezzano questa idea di intrattenimento. Hanno qualcosa da nascondere? Molti ospiti di piccole feste notturne sospettano che questo tipo di intrattenimento abbia molti esplosivi da offrire. Le intuizioni non mentono. I sospetti sono sorti e si sono conclusi con un fanatico del fitness che ha ammesso “Sono gay”. Diventa un tragico climax emotivo senza il quale una commedia non può fare. Ma ha anche bisogno di un lieto fine. Dopotutto, il famoso scrittore italiano Paolo Genovese ha inventato la trama e l’ha progettata con così tanto successo che ci sono state diverse versioni cinematografiche della storia.
Una serata teatrale piena di gioia a Vöhringen
Nel corso di due ore, il pubblico vive una notte di esuberanza, frenetica e orchestrando abilmente il dialogo. Il regista Johannes Pfeiffer tira le corde in modo efficace e l’ensemble brilla di gioiosa unità. In realtà, erano venuti per vivere insieme un’eclissi lunare. Tuttavia, data la nuova idea di intrattenere gli ospiti di casa ascoltando i cellulari, l’interesse per gli eventi scientifici sta scemando. Il messaggio in arrivo sembrava una piccola fiamma avida che lambiva un pagliaio e sbocciava in una fiamma maestosa. L’inferno emotivo governa il palcoscenico.
L’ensemble di Saskia Valencia, Thorsten Nindel, Lara Joy Körner, Paul Kaiser, Nikola Norgauer, Sven Schöcker, Armin H. Köstler e Johanna Bogner è una squadra perfettamente coordinata, dialoga avanti e indietro alla velocità di una pallina da ping-pong, speziata con arguzia, mancia e alcune cose brutte sulla mancanza di potenza, le piccole foto della buonanotte, le ovvie richieste di compagnia erotica. Poi sono state smascherate le bugie, la fiducia abusata che sembrava così incrollabile, le bugie, le infedeltà.
Questo è il viale al suo meglio. Il buon cast fa molta strada, ma anche il materiale non convenzionale. Il regista Pfeifer ha abbandonato il goffo sensazionalismo, affidandosi invece a conversazioni in cui alcune persone rivolgono la loro vita interiore verso l’esterno. Queste sono scene in cui un tocco di ansia può essere avvertito dallo spettatore. Lo stesso autore Paolo Genovese ha detto del passaggio che tutti gli smartphone sono diventati la scatola nera della vita. Quando un segreto viene mantenuto per la persona stessa è probabilmente il più sicuro possibile, oggi nell’era delle app e simili non è più così. Grandi applausi per la messa in scena leggera, che non rifugge dalla profondità nemmeno sul boulevard. Con questa serata teatrale si conclude la stagione di successo della Wolfgang-Eychmüller-Haus.
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