Nel nome si preferisce pensare ad un’osteria di campagna che distilla le sue ricette tradizionali in un ambiente campestre. Tuttavia, La Grange in questione è una pizzeria situata sotto gli auspici di una chiesa, nel cuore del centro di Isle.
Va detto che questo magazzino non è all’altezza dello stereotipo di questa pizzeria mediocre e poco brillante, che sonnecchia distrattamente in un vicolo buio 🙂; o i franchising senz’anima e geniali che infestano i nostri centri commerciali.
Detto questo, il proprietario del locale non è uno di quei pizzaioli da quattro soldi la cui qualità della pizza viene spesso sacrificata sull’altare della redditività e del controllo dei costi.
Non c’è spazio per le congetture
L’amore per la pizza di Alexandre Baudu è nato in tarda età durante un viaggio, non in Italia, ma in Egitto. Sì, in aereo per raggiungere un sito di kitesurf (una disciplina tra surf e windsurf praticata da funamboli che volano sull’acqua), circondati da amici, ecco l’idea di iniziare una nuova avventura. E così, nel 2007, un ex dipendente della piattaforma tecnica dell’ospedale universitario di Limoges ha cambiato la sua vita per intraprendere la carriera di pizzaiolo.
Allergico alla prevedibilità e alla mediocrità, l’uomo il cui padre aveva il detto “una cosa la fai bene o non la fai”, busserà dunque alla porta delle referenze internazionali della pizza per imparare il mestiere.
Per farlo non esita ad andare a Napoli, la Mecca della pizza, e incontrare un certo Gino Sorbillo, riferimento locale, che gli svelerà i segreti della vera pizza napoletana, unica nel suo genere. .
A partire dalla preparazione dell’impasto, un’ottima base per la pizza. “Come l’impasto del pane, molto simile, l’impasto della pizza è una sostanza viva che va lavorata e sorvegliata con cura e attenzione. La stessa precisione in termini di peso e selezione della farina. Oltre ad ottenere una consistenza che sia allo stesso tempo gommosa, leggera e croccante richiede una maturazione molto lenta, circa 120 ore”, spiega Alexandre, imbattuto nel catechismo della pizza.
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Con la stessa cura Alexandre ha scelto i condimenti per la sua pizza. Per questo ama la salsa di pomodoro San Marzano, un’autentica salsa napoletana arricchita con olio extravergine di oliva di Rungis. Ed è così con ogni ingrediente: olive, acciughe, prosciutto. Per quanto riguarda la mozzarella, fior di latte o niente!
Prodotto di qualità
In questi termini, Alexandre costruirà la sua reputazione grazie alla gara di pizza. Prima con i camion che per anni circoleranno nella fascia meridionale di Limoges. E poi, dal 2018, questa passione per l’Italia si unisce a questo islois locale con un arredamento semplice ed elegante che contrasta ancora con l’atmosfera e il compendio a volte kitsch di certe pizzerie.
Perché sì, siamo venuti qui per un assaggio: una disciplina diversa da quella che consiste nel divorare tranci di pizza sdraiati sul divano davanti a una partita di calcio. Anche qui non si gareggia per la pizza grande come via Toledo, a Napoli. Qui non ci si perde davanti ai vari tipi di pizza, tanto da non saper più scegliere. Una decina di pizze salate, due dolci: è più che sufficiente per trovare quello che cerchi.
A La Grange siamo venuti per un boccone di pizza da sgranocchiare nella dispensa transalpina, per trovare un bel po’ dolce Vita dal Golfo di Napoli, per condividere un po’ della passione e della generosità che anima Alexandre quando ti parla dell’Italia.
È vero che iniziavamo allegramente questo pasto con la manciata di pane e pesto di acciughe offerto dalla casa e finivamo con la stessa golosità, grazie al tiramisù preparato da Alex. Caffè superbo, crema golosa e ariosa, savoiardi delicati e amaretto alla ciliegia: Alex dimostra che in cucina non si deve lasciare nulla al caso.
Shiitake aveva trovato il suo ambasciatore in Haute-Vienne
Formaggio
Taleggio cremoso.
Stesso entusiasmo con Marion Lachaise quando è stata citata l’Italia. I casari di Place des Bancs, a Limoges, vanno dritti alla finestra dove si trova il taleggio cremoso, un formaggio di vacca prodotto in Lombardia, nel nord della penisola. Dal 1996 beneficia di denominazioni ed è il cugino transalpino di Saint-Nectaire che avrà una forma quadrata.
Sotto la sua sottile buccia marrone si nasconde una consistenza fondente e molto cremosa, molto untuosa in bocca e conferisce un gusto con sottigliezza e finezza, che lo rende un formaggio che unisce tenerezza e carattere. Ideale per contrassegnare con stile il tuo cibo italiano. Alcuni non esitano a staccarsi dalla tradizione per guarnire la pizza con qualche fetta di taleggio cremoso. Provare.
Vino
Gringnolino d’Asti 2019.
Quando abbiamo parlato dell’Italia a Nico, guida top della cantina Vinoble, la sua scelta è subito ricaduta su questo vino prodotto da Cristina Zoppi, enologa piemontese che da anni lavora in biologico. Si trova nel comune di Viarigi, ad est di Torino, su colline prevalentemente soleggiate dove crescono le viti ma dove crescono anche i noccioleti.
Questa annata 2019 ha uno splendido colore rosso con riflessi piastrellati. Al naso, 100% Grignolino, vitigno italiano, si diffondono note di frutta rossa e sottili note speziate. Questa potenza aromatica è pienamente espressa al palato, pieno di frutta e sole, una generosità che si estende a un finale profondo e intenso. Questo vino rosso vi farà visitare l’Italia e accompagnerà tagli di carne milanesi così come piatti di calamari alla romana o pizza napoletana.
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