UniCredit è la seconda banca europea più grande che opera in Russia. La prima è la RBI, che giovedì ha rivelato al Financial Times di aspettarsi una richiesta da parte della BCE di limitare le sue attività in Russia entro un termine specifico. La stessa richiesta dovrebbe essere rivolta a UniCredit, precisa l’agenzia Reuters.

La Bce invierà un provvedimento giuridicamente vincolante ai gruppi bancari italiani come misura di avvertimento finale. Successivamente, la Banca Centrale Europea potrebbe imporre sanzioni (come multe) in caso di non conformità, hanno detto fonti a Reuters.

Dopo due anni di guerra in Ucraina, i paesi occidentali hanno inasprito le sanzioni contro la Russia. Ad esempio, il G7 sta ora esplorando come utilizzare i beni russi congelati per finanziare l’Ucraina.

Tuttavia, sia RBI che UniCredit continuano a condurre affari in Russia, quindi non sono monitorati solo dalla BCE, ma anche dalle autorità degli Stati Uniti.

L’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, ha dichiarato nel febbraio di quest’anno che la strategia della banca nei confronti della Russia è rimasta invariata e che la banca ha continuato a limitare le proprie attività in quel paese.

La divisione russa di UniCredit ha registrato lo scorso anno un utile ante imposte di 890 milioni di euro (circa 22,5 miliardi di corone ceche), ovvero circa il 7,7% dell’utile totale del gruppo. Per fare un confronto, l’utile prima delle imposte nel 2021, cioè prima della guerra, ammontava a “soli” 210 milioni di euro.

Sebbene lo scorso anno il volume dei prestiti della divisione russa si sia dimezzato rispetto all’anno scorso e il numero dei dipendenti sia diminuito di circa l’8%, i ricavi sono aumentati del 17% rispetto all’anno precedente, soprattutto grazie all’aumento delle commissioni bancarie, ha riferito Reuters.