Un’altra notte di sobrietà, come quella di domenica di settembre, quando la nazionale maggiore serba dovrebbe (non) concludere la sua partecipazione agli ottavi di finale degli Europei.
Si vede già, purtroppo, come più di un anno fa, a Belgrado, quando il visto olimpico non fu vinto. Stessa rivale, Italia, grande posta in gioco, modo simile per “uccidere” con un colpo, ma con un nuovo selettore e una squadra migliore. E ancora il sapore amaro…
Dagli auguri populisti come “oh, siamo d’oro” alla valutazione oggettiva della scelta di Svetislav Peši, dopodomani, membro di molte famiglie di basket serbe, da parte di giocatori, allenatori, dirigenti, quasi nessuno dirà una parola. O, magari con un “cucchiaio”.
“Sono tornato dalle vacanze per vedere la partita più importante della Serbia in casa a Belgrado”. Ed è successo, cosa è successo. Che dire, ho visto anche il video della partita con gli Azzurri, mi dispiace molto, una sensazione triste”, ha detto brevemente Duško Vujoševi a Sport Club.
Nonostante la gravità della situazione, nuvole scure sulla pallacanestro nazionale, l’ex allenatore di SCG e Montenegro, consiglia con esperienza:
“Lasciate dormire tutti”. Non va bene parlare sotto l’influenza e sotto l’emozione, non funzionerà”.
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