L’accordo sulla delimitazione delle zone marittime tra Grecia e Italia, il cui testo completo e le coordinate esatte sono state fornite ieri pomeriggio ai leader dei partiti, è ora in fase di approvazione da parte del Parlamento. Un trattato che, come più volte sottolineato dagli ambienti diplomatici e anche dal Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis, riconosce i diritti sovrani su tutti i territori terrestri e insulari, rispondendo pienamente alle norme del diritto internazionale e della Convenzione ONU sul diritto del mare . Sea , invia un messaggio chiaro in tutte le direzioni sulla strategia della Grecia per risolvere questi problemi, ma anche sull’intenzione di comprendere nel contesto del buon vicinato.
Nel testo dell’accordo sui confini delle zone marittime si afferma che “la linea di demarcazione della zona marittima in cui i due paesi hanno ciascuno il diritto di esercitare i propri diritti sovrani o la giurisdizione in conformità con il diritto internazionale è la linea di demarcazione. per la piattaforma continentale determinata in base all’Accordo tra la Repubblica Ellenica e la Repubblica Italiana del 1977 per la delimitazione delle rispettive piattaforme continentali”. Il punto di definizione oltre la destra delle isole e l’inizio della linea centrale.
I limiti
L’accordo precisa inoltre che “le demarcazioni attualmente stabilite non intendono estendersi oltre il punto 1 a nord e oltre il punto 16 a sud. Questa delimitazione sarà estesa in tutte le direzioni fino al punto d’incontro delle zone marittime di ciascun paese confinante quando saranno conclusi i relativi accordi”. Il punto 1 al Nord riguarda la trinazionale Grecia-Italia-Albania, dove è ancora pendente un accordo Grecia-Albania, mentre il punto 16 al Sud si riferisce ad una regione molto più ampia e non raggiunge il confine con la Libia.
Un paragrafo che ha suscitato reazioni, con l’ex ministro degli Esteri Nikos Kotzias che ha sollevato la questione del ritiro di Atene, anche se gli analisti prevedono che nella regione i diritti della Grecia, se continua con i relativi accordi, sono garantiti dalla mappa proposta dalla legge Maniatis del 2011 , per l’esplorazione e lo sfruttamento degli idrocarburi.
L’accordo afferma inoltre esplicitamente che non pregiudica “le attività di pesca svolte in conformità con le norme e i regolamenti UE applicabili”.
Nei prossimi giorni il Parlamento dovrebbe fissare una data per il relativo dibattito e votazione in Plenaria.
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