Dov’è il fumo…

In questi giorni ho letto l’autobiografia delle esperienze del Presidente del Consiglio italiano Sig. melone “Sono georgiano – Le mie radici, le mie idee”che è pubblicato anche in greco dalle edizioni ITA VERO (sono ancora al primo capitolo), e sono rimasto colpito da quanto segue:

Dal ruolo che l’infanzia gioca nel futuro, emerge un leader. Gli anni dell’infanzia sono stati difficili e pieni di difficoltà. La Meloni conosceva a malapena suo padre, che non voleva che nascesse e chiese alla madre di abortire. Ha rifiutato e ha ritirato la sua decisione all’ultimo momento. Cresciuto in una famiglia con un solo genitore, è stato addestrato così rapidamente alle avversità che ha acquisito la resilienza necessaria per camminare da solo in politica. Il premier italiano ricorda di aver dormito raggomitolato con la sorella sullo stretto divano di casa della nonna, di solito a testa in giù: un piede contro l’altro! Ricorda anche come ha affrontato il rifiuto quando i suoi compagni di classe lo hanno cacciato dalle partite di pallavolo a causa del suo peso. O come ha corso come studente di scuola elementare non accompagnato, ovviamente con sua sorella, e hanno cambiato aereo attraverso il paese per incontrare, anche se solo brevemente, il padre prima che scomparisse.

Infanzia difficile, per tanti motivihanno il presidente Clinton, che è cresciuto con il suo patrigno, se ricordo bene la sua autobiografia, il presidente Obama, che (come Meloni) è stato cresciuto dai nonni, e la figlia del droghiere Thatcher, Margaret.

– La seconda cosa che mi ha colpito nell’autobiografia della Meloni – legata alla prima – è dove ha trovato la forza per andare avanti e rinnovare il Centrodestra italiano. La Meloni ricorda un’avventura della sua infanzia. Una candela dimenticata nella stanza dei bambini che condivideva con sua sorella ha acceso un incendio nella sua casa, che è andato a fuoco fino al suolo. Sia sua madre che sua sorella hanno sopportato lo shock e hanno azzerato il contatore. Cominciano la loro vita da zero. “Essendo riuscito a superare lo shock di questo incendio, ora capisco perché posso mantenere la calma quando la mia stessa casa politica è in fiamme e devo ricominciare tutto da capo”, osserva grosso modo nel libro, riferendosi al re- costituzione del diritto italiano.

-La terza cosa che ho sopportato dalla lettura del libro di Meloni è stata possibilità. Quanto inaspettatamente un nuovo leader può saltare fuori dalla folla. La Meloni parlava in piazza con Pepe Grillo e Berlusconi contro il premier Conte quando gli è venuta l’idea di parlare col cuore e non con la mano. Lì ha detto una cosa famosa “Sono donna, sono mamma, sono italiana, sono cristiana”. Ma non immaginare che il potere del suo messaggio si realizzi all’istante. Gli slogan più potenti nel nuovo mondo sono quelli considerati obsoleti. Coloro che vengono denigrati come regressivi. Come racconta il premier italiano, questa sua frase, che racchiude in modo semplice e potente il valore dell’identità, è stata trasformata in una canzone con la sua voce da un gruppo di giovani desiderosi di ridicolizzarla e farne satira nella regione. Ma, ehi, la vita ha altri piani: si scopre che in realtà i tweeter sono inconsapevolmente ambasciatori della Meloni, il suo sponsor della comunicazione!

Il primo ministro italiano, Giorgia Meloni

Come ha spiegato il presidente del Consiglio italiano, grazie all’idea dei giovani di vestire di musica moderna le parole pronunciate in piazza riuscito a contattare il giovane classe 2000. I messaggi sono ovunque! Inutile dire che quando avrò finito di leggere il libro, tornerò per la recensione completa. Il premier italiano, che conta di visitare presto il nostro Paese (visto che ormai è stato accettato nel Partito popolare europeo e l’“estrema destra” lanciata per lui dalla sinistra è un’etichetta di non risposta), ha proseguito l’altro ieri alle UN mossa impressionante per proteggere la lingua italiana dall’inglese contribuisce alla lingua ufficiale del paese e così via. Era chiaro che aveva un’agenda ideologica prestabilita.

Perché va a fuoco non solo il sistema politico italiano ma anche il nostro -e sta bruciando!-, facciamo un pensierino. Soprattutto il nostro comodo sistema politico che è ancora contrapposto ai vecchi modi. Nessuno poteva prevedere dove sarebbe apparso l’imprevisto e spazzarlo via. Anche se guarda al telefono mezza Grecia. Il raduno e il tifo per i figli del re al funerale di Costantino, la raccolta dell’acqua in Piazza Aristotele, l’improvvisa marcia del venerdì sera attraverso il centro di Atene da parte di giovani sulla trentina, tutto ci dice che dove c’è fumo c’è fuoco. . Se qualcuno dei sensori del sistema è riuscito a rilevarlo e contenerlo ora, divamperà alle elezioni europee. Inevitabile.

Alberta Trevisan

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