L’Italia sta sostanzialmente attraversando un secondo lockdown. Le persone hanno paura di lasciare le loro case a causa dell’elevata trasmissione della variante micron. Il 51% dei cittadini evita di frequentare bar e ristoranti. Allo stesso tempo il mese scorso il 32% degli italiani ha cancellato o non ha scelto di andare in vacanza ed evitare di fare la spesa nei negozi. Ciò significa che i settori del commercio e del turismo ne risentono. I consumi diminuiscono notevolmente durante le festività natalizie, i turisti stranieri sono quasi spariti e nei giorni di sconto nei negozi non c’è la solita folla.
Le previsioni più ottimistiche dicono che nel giro di una settimana i casi ei ricoveri in ospedale inizieranno a diminuire e le persone torneranno, seppur gradualmente, alle vecchie abitudini. Nel frattempo, il 48% dei dipendenti privati lavora da remoto. A Roma un hotel su tre è chiuso. L’associazione italiana di categoria Confcommercio ha annunciato che in città come Bologna il numero di alberghi lasciati aperti non supera il 25%. Tutti sperano di migliorare rapidamente la situazione in modo che la ripresa economica del Paese non sia minacciata.
Alla fine Mario Draghi sarà il candidato?
Intanto l’Italia si prepara all’elezione del nuovo presidente della Repubblica: lunedì 24 di ogni mese inizia la votazione in parlamento. Ma c’è anche il problema della pandemia. Su richiesta del governo, i maggiori partiti hanno chiesto la firma del decreto di emergenza del governo, che riguarda deputati e senatori positivi: ovvero, per preparare le urne nel parcheggio aperto del parlamento per votare in condizioni di sicurezza, quei parlamentari contagiati dalla coronavirus.
Certo, questa è la prima volta che accade, ma è chiaro che viene fatto ogni sforzo per garantire che non si perda una sola voce, vista la criticità dell’intero processo. Le forze politiche devono ancora decidere chi sarà il successore del presidente Sergio Matarella e tutti aspettano di vedere se Silvio Berlusconi, in “troppo cinque” ritirerà la sua candidatura e riuscirà finalmente a conquistare il “nome forte” Mario Dragi.
Theodoros Andreadis Siggelakis, Roma
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