Politicamente, tali atti di violenza erano indesiderabili anche a Roma. Pertanto, il governo ha recentemente emanato un decreto legislativo per risolvere temporaneamente – o forse definitivamente – il problema: si stanno preparando fondi per le vittime dei crimini nazisti sul territorio italiano, da cui vanno risarcite le richieste di risarcimento. 20 milioni di euro saranno disponibili per il 2023 e 11,8 milioni di euro ciascuno per i prossimi tre anni.
Il decreto è entrato in vigore il 1 maggio, dopo di che la Germania ha ritirato la sua richiesta di protezione legale temporanea in una lettera ricevuta all’Aia il 5 maggio. Le prime udienze previste per lunedì e martedì per motivi straordinari sono state annullate.
Anni di contenzioso?
La Germania ha interpretato il decreto in modo tale che i tribunali italiani debbano ritirare tutte le azioni esecutive attualmente pendenti e che in futuro non possa essere intrapresa alcuna azione contro il demanio tedesco sul suolo italiano. E’ quanto scrive la Farnesina in una lettera al tribunale dopo i colloqui tra Roma e Berlino di inizio maggio.
A causa dell’imminente acquisizione, il tempo è poco, quindi è necessario presentare in anticipo ulteriori domande urgenti. Tuttavia, l’attuale processo legale potrebbe trascinarsi per anni se la Germania non ritirasse la sua causa nella sua interezza.
I crimini della Wehrmacht e delle SS contro i civili, soprattutto durante la ritirata dall’Italia poco prima della fine della guerra, sono ancora perpetrati in molte parti del Paese mediterraneo. Nel 2012, una commissione di storici italo-tedeschi è giunta alla conclusione che in quel momento furono uccisi fino a 15.000 civili. Luoghi come Marzabotto vicino a Bologna, Fivizzano in Toscana o le grotte Ardeatine a sud di Roma sono diventati simboli del massacro di centinaia di civili da parte delle forze di occupazione tedesche.
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