La polizia universitaria ha sbagliato?

C’è un’opinione – formulata in precedenza – che la creazione di una polizia universitaria è stata un errore E oggi il governo ha corretto questo errore. Un argomento che hanno fatto è stato che le donne e gli uomini della polizia universitaria lo sarebbero stati facile bersaglio per i gruppi antiautoritari e da I loro amici che cercavano con insistenza dove si trovassero le vittime per alimentare le fiamme della ribellione. Obiettivi rimanenti. Un altro argomento che si sente è che è impossibile POLIZIA GRECA. per proteggere la polizia universitaria.

Partiamo dalle basi: è necessario creare una polizia universitaria? I fatti dimostrano che, a causa dell’intervento di EL.AS. ogni volta che succede – se succede – dopo le vacanze. Sono tanti, infatti, gli episodi di violenza contro gli studenti che non vengono nemmeno denunciati. Di qui la necessità che le truppe, basate all’interno dell’istituto di istruzione superiore, pattugliano e intervengano sul campo se necessario. E fintanto che l’episodio richiede l’interferenza dell’ELAS, la polizia universitaria – e non il rettore – lo chiamerà. Vale a dire, EL.AS. interferirebbe con un grave incidente. Indubbiamente, sarebbe anche un incidente grave attacco a una pattuglia della polizia universitaria.

Questo è il design originale, ed è questo design che criticheremo, non la versione finale degenerata. Inoltre, sarebbe impensabile che il governo eletto annulli l’intervento – tagli dovuti alcune sette cercano i morti o paura delle loro azioni. Questi problemi in democrazia sono risolti.

Finalmente, presenza della polizia universitaria nello spazio universitario spezzerà la morsa della minoranza dinamica che crede – e ora crede sempre più – che questi spazi siano loro. La polizia universitaria ripristinerà, ea livello simbolico, l’ordine.

Una riforma richiede tempo per dare i suoi frutti ed essere accettata dalla maggioranza degli interessati. La condizione necessaria per questo è che il governo creda nella sua necessità e la sostenga in ogni modo. La dolorosa storia della polizia universitaria ha un finale poco invidiabile perché il governo non ci crede. Lo ha “bruciato” ancor prima che fosse processato.

Dopotutto, nessun taglio importante, nessuna riforma importante non ha lasciato alcuna reazione. Il punto chiave è uno: queste riforme sono in linea con l’agenda ideologica, le posizioni politiche e gli annunci programmatici del governo? È all’altezza delle richieste e delle aspettative di coloro che lo sostengono?

Inutile dire che l’annuncio della formazione di una polizia universitaria è stato soprattutto un sollievo per la maggior parte delle università ed è stato ben accolto dai suoi elettori Nuova Repubblica. Il fatto che il governo stia attualmente facendo marcia indietro, ovviamente sotto costrizione, solleva preoccupazioni più generali. Perché:

Invece Nuova Democrazia, con la recente vittoria elettorale e con lo scioglimento dell’opposizione ufficiale, per realizzare più rapidamente queste riforme, cancellarle. Si tratta di un piccolo problema tecnico o stiamo per assistere a una regola spensierata in cui i perdenti registreranno vincite piccole o grandi?

Alberta Trevisan

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