L’Italia si ritira dalla “Nuova Via della Seta” di Xi Jinping.

L’amministrazione Meloni ha deciso ufficialmente di abbandonare l’iniziativa di cooperazione economica “Nuova Via della Seta”, nota anche come iniziativa “One Belt, One Road”.

Si tratta di un accordo che il governo di Pechino ha presentato nel 2013 con l’obiettivo di ristrutturare l’economia internazionale ponendo l’accento sul ruolo dei paesi asiatici e la creazione di una serie di infrastrutture in molti paesi del mondo.

Con l’accordo in scadenza tra tre mesi e possibile il rinnovo, l’Italia ha ufficialmente informato il governo cinese, attraverso la sua ambasciata a Pechino, della cessazione della cooperazione.

Georgia Meloni ha annunciato le sue intenzioni in estate, in occasione della sua visita negli Stati Uniti.

L’Italia è l’unico Paese del Gruppo dei Sette (G7) più industrializzati a firmare quattro anni fa un accordo di cooperazione con la Cina sulla “Nuova Via della Seta”.

I critici del programma lo vedono come uno strumento con cui la Cina può espandere la propria influenza geopolitica ed economica.

Il governo Meloni, nonostante sia terminata la cooperazione straordinaria, ha affermato attraverso l’ambasciata italiana a Pechino che le relazioni economiche con la Cina rimarranno di importanza strategica.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato che l’Italia sta cercando di “ricostruire un partenariato strategico” con Pechino.

La risposta di Pechino

Giovedì la Cina ha “screditato” il programma infrastrutturale cinese “Nuova Via della Seta” in seguito alla decisione dell’Italia di ritirarsi dal programma.

“La Cina si oppone fermamente alle calunnie e all’indebolimento della cooperazione attorno alla ‘Nuova Via della Seta’ e si oppone al confronto e alla disunità”, ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin in un regolare briefing.

Il rappresentante non ha voluto commentare direttamente la decisione dell’Italia, ma ha sottolineato che più di 150 Paesi partecipano al programma infrastrutturale del faraone, iniziato nel 2013 e promosso dal presidente Xi Jinping, rendendolo “la più grande piattaforma di cooperazione al mondo. ».

Wang ha ricordato che l’Italia ha inviato rappresentanti al forum del programma a Pechino in ottobre, cosa che secondo lui è la prova del suo “enorme fascino” e della sua “influenza globale”.

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Alberta Trevisan

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