Pastor Norberto, missionario in Repubblica Centrafricana, vocazione ad alto rischio

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Federico Trincero

Il pastore Norberto si sta riprendendo dopo essere quasi morto saltando su una mina il 10 febbraio;

Quando padre Norberto, missionario del Carmelo Scalzo, si apprestava a celebrare la messa in un villaggio della Repubblica Centrafricana, il 10 febbraio 2023 la sua macchina è esplosa in una mina. La sua testimonianza ci ricorda, quando necessario, ciò che a volte alcuni missionari evangelizzano . a rischio della loro vita.

Padre Norberto Pozzi è nato nel 1952. A 71 anni, il missionario Carme Déchaux, originario di Lecco (vicino a Milano in Italia, ndr), non si è risparmiato. Invece, ha scelto di esercitare il suo sacerdozio a migliaia di chilometri da casa sua, in remoti villaggi della Repubblica Centrafricana. Appena trentenne, quando ruppe il suo fidanzamento, padre Norberto decise di partire come volontario con i suoi fratelli carmelitani scalzi in questo paese senza sbocco sul mare tra Sud Sudan, Ciad, RDC e Camerun. Lasciato tutto alle spalle, partecipò alla costruzione di una cappella, di una scuola e di un seminario a Bozoum ed entrò nell’Ordine otto anni dopo.

Padre Norberto è un missionario dei Carmelitani Scalzi.

Federico Trincero

Ordinato sacerdote nel 1995, si dedica all’evangelizzazione dei villaggi della savana, moltiplicando le sue prediche e le sue azioni per aiutare la popolazione, instancabilmente e nonostante i pericoli, che tuttavia sono ovunque. La Repubblica Centrafricana è infatti devastata dalla violenza, divisa tra etnie e fazioni rivali. In diverse occasioni, Pater Norberto ha quasi perso la vita in una frazione di secondo. Sfugge per un pelo alla morte durante tre imboscate da parte di gruppi armati lungo la strada, mentre si reca in varie località durante le sue missioni. La prima volta, un proiettile sparato dalla strada si è conficcato nel poggiatesta della sedia. Durante il secondo agguato, questa volta nel cambio li troveremo, e l’ultimo agguato si trasforma quasi in un rapimento. La Provvidenza sembra davvero aver teso una mano protettiva su padre Norberto.

Missionari, Vocazioni ad alto rischio

Sabato 10 febbraio 2023, padre Norberto ha deciso di recarsi in un villaggio situato a 55 chilometri da Bozoum per celebrarvi la messa. Era al volante del suo mezzo, accompagnato da un fratello, Fratel Igor, e da quattro operai che avrebbero svolto i lavori presso la scuola del villaggio. Dopo aver percorso solo pochi chilometri, l’auto è stata spazzata via da una potentissima raffica di esplosione. Il pastore Norberto e il suo passeggero erano appena saltati su una mina. Il fratello Igor è riuscito a uscire dall’auto in una nuvola di polvere, e così hanno fatto gli operai. Ma padre Norberto era privo di sensi. Entrambe le gambe sono state gravemente ferite dallo shock, provocando forti emorragie. Estremamente trasportato all’ospedale di Bozoum, il padre è stato curato d’urgenza, ma la mancanza di mezzi di questo piccolo edificio gli ha impedito di operare.

Il pastore Norberto è stato trasportato d’urgenza a Bangui con un elicottero delle Nazioni Unite.

Federico Trincero

In attesa di un elicottero Onu in grado di portarlo all’ospedale di Bangui (la capitale), padre Norberto rimane in condizioni critiche, in punto di morte. Pertanto, padre Federico Trinchero, che vive nel Carmelo di Bangui, ha celebrato la messa per il suo collega. «Mentre dico le parole della consacrazione, ‘Questo è il mio corpo… questo è il mio sangue…’, penso al mio collega che in questo momento lo sta vivendo nella sua carne: ha perso fisicamente una parte del suo corpo , ha letteralmente versato il suo sangue per l’Africa, per la Chiesa, per i più poveri, per i fedeli del villaggio di Bokpayan che vuole celebrare l’Eucaristia”, ha confidato a Notizie da Carmel Bangui.

“Che belle gambe da missionario!” »

Molti fedeli si sono riuniti per ricevere la guarigione dal pastore Norberto, al quale è stata data l’unzione degli infermi. In mattinata è arrivato l’elicottero Onu del contingente del Bangladesh che ha portato padre Norberto a Bangui, all’ospedale militare dei Caschi Blu. Inevitabile l’amputazione della gamba sinistra, gravemente colpita.

Tuttavia, al risveglio, padre Norberto riusciva a malapena a muovere le gambe. “Non mi ha parlato di una gamba che non c’era più, ma del suo desiderio di tornare in Centrafrica e finire di costruire una chiesa in un villaggio”, ha testimoniato padre Federico. “Mi ha detto che bisogna poter continuare il suo lavoro tra i cristiani della savana. E quando ho condiviso con lui tutti i messaggi che ricevevo, da tanti amici conosciuti e sconosciuti, si è nascosto, quasi imbarazzato dalla fama improvvisa. E mi disse che lui, alto e muscoloso, era solo un ometto. »

Pastore Norberto, una gamba amputata.

Federico Trincero

Rientrato in Italia per le cure, il padre ha solo chiesto di rientrare nella Repubblica Centrafricana. “Quanto sono belli i piedi del messaggero che annunzia la pace sui monti, del messaggero di buone notizie che annunzia la salvezza: così sono le parole del profeta Isaia che canta la bellezza dei piedi di ogni missionario che annuncia il Vangelo e porta pace dove c’è guerra. Per annunciare il Vangelo e portare la pace dove c’è la guerra, un nostro fratello ha addirittura rischiato la vita”, ha concluso il pastore Federico.





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