Martedì il ministro dei Beni Culturali ha presieduto la riapertura al pubblico della “casa Vetti”, il pezzo forte del sito archeologico di Pompei. L’antica villa e le sue pitture murali possono quindi accogliere nuovamente i visitatori dopo oltre 20 anni di costruzione. Questo luogo è un capolavoro e un perfetto esempio di architettura e storia pompeiana.
Sia che le diamo il soprannome di “Cappella Sistina di Pompei” o che la chiamiamo con il suo nome proprio, l’osservazione è chiara: “Casa Vetti” è allo stesso tempo un gioiello e un tipico esempio dell’habitat di questa antica città antica. . Situato nell’Italia meridionale, fu abbandonato dopo l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. prima di diventare in epoca contemporanea uno dei siti archeologici più imponenti del mondo.
Tuttavia, l’edificio è di nuovo accessibile ai turisti che affollano Pompei, dopo 21 anni di lavori – il restauro è stato avviato nel 2002 – e questo, a partire da martedì.
La riapertura, in pompa magna, è stata ampiamente filmata. Nell’occasione, il ministro dei Beni Culturali Gennaro Sangiuliano ha presieduto l’inaugurazione, segno dell’importanza di questo evento per le massime autorità del Paese.
Terrazza e pitture murali
Foto e video postati dai siti archeologici e dai ministeri permettono di ammirare lo splendore del luogo. Nel cuore della tenuta, vediamo lateralmente una terrazza, un giardino aperto, circondato da colonne e statue Geografico Prestare attenzione anche alla vasca da bagno e ai ripiani in marmo.
Ma è dentro di sé che il suo fascino funziona meglio. Scene mitologiche o erotiche, mosaici… le pareti sono ricoperte di affreschi. È questa straordinaria pinacoteca che ha valso alla villa il soprannome di “Cappella Sistina”, in riferimento al capolavoro del Vaticano.
La Famiglia Vetti
Ma perché la chiamiamo anche “casa di Vetti”? Perché due persone che abitavano lì si chiamavano Aulus Vettius Conviva e Aulus Vettius Restitutus, impostare il sito Proprietà.
E i loro profili sono essi stessi una finestra sul loro tempo: se infatti gli esperti pensano senza grande certezza che fossero fratelli, sono invece quasi certi che si trattasse di schiavi liberati che poi si arricchirono con il commercio del vino. Un notevole arricchimento è testimoniato dalla loro casa.
Un viaggio che può sembrare sorprendente, ma che tuttavia simboleggia la relativa instabilità del percorso e della situazione nella società romana, almeno per l’epoca, secondo il direttore del sito archeologico, Gabriel Zuchtriegel, qui citato da Geograficoche vanta “un livello di mobilità sociale impensabile due secoli fa”.
Questa è ancora una stima, con Proprietà questa volta, i murales rivelano molto sulla personalità dei loro proprietari “riflettendo i loro sogni, immaginazioni e ansie al punto che hanno scelto di vivere in mezzo a queste immagini”. Successivamente interpretò la scena che glorificava la vittoria di Ercole sul serpente inviato da Giunone per ucciderlo nella culla, su una delle pareti, come allegoria della loro ascesa sociale.
Una casa che racconta una storia più grande
I responsabili di Pompei possono essere tanto più orgogliosi e riflessivi di queste rappresentazioni perché sono state perfettamente rinfrescate dalle moderne tecniche utilizzate in vent’anni di lavoro, mentre la paraffina utilizzata durante i precedenti restauri avrebbe potuto oscurarne i tratti. .
Ariana Spinosa, l’architetto responsabile di questo restauro, si è mostrata soddisfatta dei risultati ottenuti, affermando: come qui – che “casa Vetti” simboleggia “il Casa (casa, ndr) Rilievo pompeiano, non solo per le sue importantissime pitture murali, ma anche per la sua disposizione e architettura.
È anche un ottimo esempio del destino di Pompei sotto altri aspetti. Grazie alle ceneri che seppellirono il luogo durante l’eruzione, la villa si salvò. nota qui la CNNcome qualsiasi altra città.
Se Pompei è oggi un importante gioiello della Campania e sicuramente uno dei migliori siti scavati dagli archeologi, allora Pompei è scomparsa da tempo dal radar e dalla memoria delle persone. Pertanto, dopo diversi anni di saccheggi post-disastro, la città cadde in secoli di oblio. Fu solo verso la metà del XVIII secolo che un fortunato colpo di piccone cominciò a spazzare via i resti. La residenza dei Vetti ricomparve solo alla fine dell’Ottocento.
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