Manifestanti filo-palestinesi scatenano la violenza nelle città italiane

Le manifestazioni si sono susseguite quotidiano La Stampa gridavano “La Palestina sarà libera” oppure “Sei complice, ferma il genocidio”. Hanno anche chiesto “informazioni corrette” sugli eventi a Gaza. A Roma hanno lanciato uova, bottiglie e fumogeni contro una sede della Rai e si sono scontrati con le forze dell’ordine a guardia dell’edificio.

Le manifestazioni si sono sviluppate in modo simile anche in altre città italiane, con le violenze più gravi avvenute davanti al palazzo della RAI a Napoli. Secondo La Stampa, cinque manifestanti e cinque agenti di polizia sono finiti in ospedale a causa delle ferite riportate.

Foto: Profimedia.cz

La polizia sfratta i manifestanti filo-palestinesi dal palazzo della stazione pubblica RAI di Napoli.

Attivisti filo-palestinesi si sono scontrati con la polizia anche a Torino, davanti alla sede della RAI in via Verdi. In primo luogo, l’emittente pubblica italiana è stata accusata di “censurare le trasmissioni e perseguire una politica di repressione ideologica”. La folla ha poi scandito “RAI – Sionisti corrotti e fascisti”.

La polizia che proteggeva l’edificio dell’ufficio di diritto pubblico ha utilizzato esplosivi. Secondo gli attivisti filo-palestinesi, almeno cinque manifestanti sono rimasti feriti.

La polizia, che ha affermato di aver subito attacchi con bottiglie, bastoni e fumogeni, ha detto che almeno sette membri della polizia antisommossa di Torino sono rimasti feriti fuori dalla sede della RAI. Secondo il quotidiano La Stampa, sulle auto della polizia sono apparse le parole “fascista”, “assassino” o “Gaza libera”.

Foto: Alberto Gandolfo, CTK/AP

A Torino i manifestanti si sono recati alla stazione pubblica locale portando fumogeni e striscioni con la scritta “RAI – coinvolta nel genocidio in Palestina”.

Una serie di manifestazioni nelle città italiane sono state organizzate da sostenitori palestinesi, dopo che la direzione della RAI ha preso le distanze dall’appello del popolare cantante e rapper Ghali al governo italiano di “fermare il genocidio” durante il concerto finale del festival di Sanremo di domenica. . Ma il direttore generale della Rai, Roberto Sergio, ha espresso “solidarietà al popolo israeliano e alla comunità ebraica” in Italia.

Secondo il quotidiano Ghali ha la cittadinanza italiana: è nato a Milano nel 1993 da genitori tunisini.

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Michela Eneide

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