Svolta a destra – Dall’Italia alla Svezia

Un primo ministro dello spettro politico di destra con radici ideologiche nel fascismo in Italia e un governo di coalizione con populisti di estrema destra in Svezia: entrambi i paesi hanno compiuto decisivi spostamenti a destra quest’anno. E tali sviluppi sono temuti anche da molti a Bruxelles, dove da tempo i governi nazionalisti polacco e ungherese creano problemi.

Italia: l’istinto di destra dietro il velo della moderazione?

Quando Giorgia Meloni ha vinto le elezioni italiane a settembre, molti europei hanno avuto sentimenti contrastanti: ansia, riflessione e paura per il futuro della stessa UE, il che ovviamente non è una sorpresa, visto che i politici italiani sono riusciti a resistere per anni. Bruxelles, chiedendo misure più severe sull’immigrazione – criticando Berlino e Parigi, esprimendo simpatia per Budapest e Varsavia.

Tuttavia, secondo l’analista politico Wolfgang Piccoli, “questi timori sono esagerati”. Almeno in pubblico, Meloni ha cambiato la sua affermazione: sebbene a giugno parlasse ancora al cuore di nazionalisti e razzisti con slogan anti-UE e anti-immigrati, prima delle elezioni si è dichiarato più moderato. Alcuni commentatori hanno persino sottolineato con ironia che il leader dell’opposizione, un tempo decisivo, ha saggiamente seguito le orme del suo predecessore Mario Draghi in molti settori.

In realtà, ovviamente, il 45enne primo ministro italiano si è reso conto di avere poco spazio di manovra. Fatto sta che Georgia Meloni, che a 19 anni definì il dittatore Benito Mussolini un “buon politico”, poi – e lo ammette con una certa trepidazione – prese le distanze dal fascismo, convinse molti. Le sue discrete performance, infatti, non gli sono costate i sondaggi, anzi. “La domanda importante, ovviamente, è come reagirà quando vedrà diminuire i suoi indici di popolarità”, ha detto Piccoli. “I suoi istinti di destra entreranno in gioco o rimarrà fedele a un percorso di moderazione?”

Rifugiati della “mela di Eris” per l’estrema destra

L’Europa aveva già intuito la possibilità di un conflitto con Roma, che ovviamente era incentrato sui rifugiati: quando la Meloni non ha permesso alla Ocean Viking di entrare in un porto italiano con 234 migranti, la nave della Ong è stata costretta a salpare per la Francia. Parigi si è indignata, criticando aspramente e aumentando i controlli alle frontiere sul confine franco-italiano. Anche il presidente dell’Italia, Sergio Mattarella, è finalmente intervenuto per calmare lo spirito della diplomazia. Meloni, però, ha lasciato intendere che farà anche “nuovi passi” per trattare con i soccorritori della società civile e delle Ong. Insieme a Grecia, Malta e Cipro, l’UE è stata finalmente chiamata ad agire contro la ONG.

Anche la Svezia sta vivendo uno spostamento a destra nel 2022, anche se certamente non così estremo come l’Italia. Nelle elezioni parlamentari di settembre, i nazionalisti democratici svedesi hanno ottenuto poco più di un quinto dei voti, un record per il paese. I cambiamenti politici nello stato più popoloso della Scandinavia sono motivo di preoccupazione: per ottenere la maggioranza necessaria per scegliere un nuovo primo ministro, il conservatore Ulf Kristerson ha stretto un accordo di governo con i populisti di estrema destra per la prima volta nella storia del paese. L’UE non ha affrontato grossi problemi con il nuovo governo di Stoccolma, forse perché la Svezia è più concentrata su Ankara e non su Bruxelles per ora.

Più a est, in particolare a Varsavia e Budapest, alcuni si stanno torcendo le mani, non a causa del nuovo governo svedese, ma a causa della nuova donna forte nel panorama politico italiano. Tuttavia, l’immigrazione potrebbe finire per diffondere discordia tra Melonis che la pensa allo stesso modo, poiché il suo governo ha deciso di dividere i rifugiati che risiedono in Italia e in altri paesi europei.

Manuel Schwartz, Stephen Trump (Dpa) A cura di: Chrysa Vakhcevanou

Fonte: Deutsche Welle

Alberta Trevisan

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