tasse, istruzione, trasporti… esempi di Sicilia e Sardegna – Liberazione

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Sebbene l’autonomia fosse accompagnata da un declino delle aspirazioni nazionaliste, le due isole italiane dipendevano ancora fortemente dall’assistenza finanziaria dello Stato centrale.

Nel 1943, l’Italia meridionale era stata appena liberata dalle forze anglo-americane. Nel nord della penisola, invece, Benito Mussolini si affermò grazie all’appoggio nazista nella Repubblica di Salò. Dopo più di vent’anni di oppressione fascista e secoli di dominazione straniera, la Sicilia cercò l’emancipazione. Il movimento indipendentista siciliano (Mis), fondato dall’avvocato Andrea Finocchiaro Aprile, cresce e raggiungerà circa mezzo milione di iscritti. Allo stesso tempo, anche nella vicina Sardegna, il Partitu Sardu (Partito Sardo d’Azione) si batté per una maggiore autonomia dallo Stato centrale. Nel 1948 l’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana concesse, nel quadro della nuova Costituzione italiana, lo “status speciale” a quattro regioni, alle due grandi isole del sud, Sicilia e Sardegna, ma anche alla Valle d’Aosta (prevalentemente francofono) e nel Trentino-Alto Adige è caratterizzato da una forte presenza germanofona.

Formazione scolastica

“Sono tutte aree particolari ed economicamente deboli. In Sicilia è stato concesso uno status speciale a fronte di forti movimenti regionalisti. sottolinea Gianfranco Viesti, docente dell’Università di Bari e autore del libro Contro la Secessione Ricchi (Ed. Laterza). Nel 1963 la regione Friuli-Venezia Giulia ottenne ulteriormente lo statuto regionale speciale (RSS) che consentiva alla regione interessata di avere potestà esclusiva sulla regione.

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