Albania: un nuovo campo di battaglia sulla via della seta cinese

Il nuovo campo di battaglia sulla Via della Seta sembra essere l’Albania, Paese storicamente molto vicino all’Italia, membro della NATO che bussa anche alla porta dell’Unione Europea, secondo un articolo sul sito italiano formiche.net, citando un articolo dalla politica estera.

“Maggiore interesse”

La pubblicazione di Foreign Policy, che è una delle più autorevoli riviste economiche internazionali del mondo occidentale, come riportato dalla testata italiana, ha evidenziato che “il crescente interesse degli Stati Uniti per la minuscola nazione balcanica sottolinea l’emergere di un altro possibile punto di conflitto tra Le ambizioni geo-economiche della Cina nella regione e i crescenti, anche se tardivi, sforzi dell’Occidente per respingerle”.

Per quanto riguarda l’Albania, gli Stati Uniti sembrano passare dall’indifferenza alle persone coinvolte, data la crescente presenza della Cina nella regione, secondo Foreign Policy.

Mentre la maggior parte dei Balcani sembra essere affamata di denaro cinese, l’Albania è un’eccezione in quanto sceglie di cooperare selettivamente con Pechino.


Il presidente cinese Xi Jinping

Sebbene ci siano circa 120 progetti legati alla Cina per un valore di quasi 32 miliardi di dollari nei Balcani, la maggior parte dei quali nei settori delle infrastrutture e dell’energia, l’Albania ha ampiamente evitato l’enorme accumulo di debiti della Cina in cambio della crescita.

Aderendo all’iniziativa Clean Network, il programma 5G anti-Cina lanciato dall’amministrazione Trump nel 2020, Washington, secondo Foreign Policy, ha risposto favorevolmente aumentando gli investimenti e i legami militari con l’Albania.

Grande aumento degli investimenti

Basti pensare che alcuni mesi fa l’Albania ha ospitato parte dell’esercitazione militare Defender Europe 21, la più grande operazione nell’Europa sudorientale dalla seconda guerra mondiale, e che gran parte degli investimenti statunitensi ha raggiunto il Paese in aree strategiche come l’energia.

Secondo la Banca Centrale d’Albania, gli investimenti diretti statunitensi nel Paese sono aumentati del 48% nel terzo quadrimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, raggiungendo i 140 milioni di dollari.

“Sebbene l’Albania sia incline all’Occidente, la Cina non si scoraggia”, ha proseguito la rivista.

“A fine ottobre 2021, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha visitato l’Albania prima di partecipare al vertice del G20 a Roma.

Negli ultimi anni Pechino ha incrementato il commercio con l’Albania essendo diventata la terza fonte di importazioni dopo l’Italia e la Turchia.

Anche la costa adriatica dell’Albania è di grande interesse per l’espansione della Via della Seta Cinese, che ha posto particolare enfasi sul Mediterraneo come porta d’accesso all’Europa sudorientale.

Altri paesi balcanici

Ma attenzione, come molti paesi balcanici, l’Albania si prepara ad entrare nell’Unione Europea, nonostante Bruxelles rinvii costantemente l’espansione. Se questo ritardo continua, come avverte Foreign Policy, “creerà un vuoto ancora maggiore per l’influenza cinese”.


Il terminal container del Pireo è gestito dalla compagnia cinese Cosco (foto di Reuters/Alkis Konstantinidis)

Oggi, la volontà dell’Albania di limitare gli investimenti cinesi e di spostarsi tra Bruxelles, Pechino e Washington offre una rara opportunità per diventare un potente intermediario nella regione.

La Serbia è il principale partner della Cina nei Balcani occidentali. Anche la Macedonia del Nord ha ricevuto prestiti cinesi. Il Montenegro è fortemente indebitato dopo aver preso in prestito quasi 1 miliardo di dollari dalla Export-Import Bank of China per costruire un’autostrada.

In Grecia, la società cinese Cosco controlla il porto del Pireo, il quarto porto per container più grande d’Europa.

Questa opportunità offerta all’Albania, secondo Foreign Policy, potrebbe essere un faro “per i piccoli Paesi nel mezzo del confronto tra Occidente e Pechino”.

Fonte: Foreign Policy, formiche.net, echedoros-a.gr

Alberta Trevisan

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