“Andate in Tunisia”, ha detto un funzionario italiano alla barca che trasportava 60 migranti soccorsi

L’Italia comincerà presto a rimandare in Tunisia i migranti sub-sahariani salvati dalle imbarcazioni umanitarie al largo delle sue coste? Alla Tunisia è stato consigliato di non escludere questo scenario, per lui catastrofico.

Di Imed Bahri

Travolta dall’entità dell’afflusso di migranti che approda sulle sue coste, l’Italia comincia a mostrare segni di stanchezza, ma non è tutto. Inviano anche segnali di cambiamenti nelle politiche migratorie.

Di fronte al crescente flusso di migranti verso le coste italiane, la strategia del Ministero dell’Interno italiano è stata quella di offrire immediatamente porti di sbarco il più lontano possibile per le navi umanitarie non appena forniti i primi soccorsi. Ma questa volta da Roma, le prime indicazioni dei 60 migranti soccorsi a Lampedusa sono state raccolte dalla nave Astral noleggiata dall’organizzazione Open Arms. La risposta è: “Vai a Tunisi”. Ma la barca rispose: “Non andiamo a Tunisi, che non è un posto sicuro”.

La Tunisia è un posto sicuro per i migranti?

In serata, e dopo molti ritardi, Astral è stato finalmente autorizzato a sbarcare i migranti soccorsi al porto di Porto Empedocle.

Questi fatti sono stati riportati dai giornali italiani Repubblica11 agosto 2023 citando una ONG spagnola: “Ricordiamo che la Tunisia non può essere considerata un porto di sbarco sicuro perché da lì le persone vengono rimandate nei Paesi di origine indipendentemente dal loro status di richiedenti rifugiati. Negli ultimi mesi, un gran numero di residenti subsahariani a Sfax, Sousse e nella capitale Tunisi sono stati vittime di violenze, sono stati lasciati senza riparo né cibo e privati ​​dei loro diritti all’assistenza sanitaria e al trasporto. Inoltre, in molti casi, c’è stato il rifiuto e l’esilio in zone desertiche con la conseguente morte dei respinti, alcuni dei quali anche minorenni”..

Sorda agli ordini del Viminale italiano, Astral ha proseguito la navigazione verso nord, nella speranza di ottenere un porto di sbarco in Italia, non senza essere stata preventivamente evacuata, grazie a un elicottero maltese, una donna incinta è svenuta a bordo, riportano ancora i giornali .

Finalmente è arrivata l’autorizzazione allo sbarco dei migranti al porto di Porto Empedocle. Tra i 59 passeggeri, 5 neonati e una ventina di donne. “Dopo ore di attesa, donne, bambini e uomini che sono stati processati in mare e nelle traversate potranno ricevere le cure cui hanno diritto”ha detto il funzionario della ONG dalla nave Open Arms.

Perché le autorità di sicurezza italiane hanno deciso prima di rimandare la nave in Tunisia?, si chiede La Repubblica. È stata una reazione di stanchezza, un’espressione di disgusto o un desiderio di complicare il compito dei soccorritori nella speranza di impedire loro di continuare la loro missione umanitaria?

Risposta : “Sembra che anche i sistemi di ricezione, soccorso e portuali siano stati danneggiati. Il fine settimana di ferragosto, con condizioni meteo favorevoli, segnerà probabilmente un numero particolarmente elevato di arrivi. In meno di un giorno sono stati 650 i migranti portati via dalla flottiglia umanitaria: 500 dalla Ocean Viking di Sos Méditerranée intervenuta 11 volte su richiesta della guardia costiera, 80 da Humanity 1 e 60 da Astral.»

LaRepubblica ha aggiunto: “In mare, sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa (dove le partenze sono raddoppiate dopo l’accordo con il presidente Saïed), ci sono decine di piccole imbarcazioni che rischiano di affondare a tal punto che la guardia costiera deve dirottare la nave Dattilo in area Sar da trasferire da Lampedusa alla terraferma almeno mille migranti sugli oltre 2.000 scesi nelle ultime 48 ore. E nell’area Sar ci sono ben otto navi umanitarie, alcune delle quali (come l’Astral) di piccola stazza, la cui missione è quella di intervenire per mettere in sicurezza le piccole imbarcazioni e facilitarne il trasferimento alle navi della guardia costiera. o portarli a terra, ma naturalmente non in qualche porto lontano che non possono raggiungere.

L’avvio della politica di rimpatrio dei migranti in Tunisia?

Poniamo le domande poste sopra Repubblica : Perché le autorità di sicurezza italiane hanno inizialmente deciso di rimandare la nave in Tunisia? È stata una reazione di stanchezza, un’espressione di disgusto o un desiderio di complicare il compito dei soccorritori nella speranza di impedire loro di continuare la loro missione umanitaria? Può essere. Ma se fosse l’inizio di una nuova politica consistente nel rimpatriare sistematicamente i migranti che arrivano dalle coste tunisine? Le autorità italiane stanno aspettando la ratifica e l’entrata in vigore della bozza di accordo sulla migrazione firmato a inizio luglio tra la Tunisia e l’Unione Europea per attuare questa nuova politica?

Questo può sempre essere temuto, e le autorità tunisine sono invitate a non escludere un simile scenario e persino a prepararsi attivamente per far fronte alle prevedibili conseguenze, in particolare il numero crescente di migranti che sono bloccati in Tunisia e che devono essere assistiti e trattato in conformità con il diritto internazionale sui rifugiati e sui denuncianti.

Riccarda Fallaci

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