Cinque mostre da non perdere quest’estate a Roma

Una selezione di cinque mostre da vedere a luglio a Roma, dal surrealismo all’arte contemporanea, passando per l’arte e l’architettura postcoloniali.

Pittore e modello da esterno, Pablo Picasso, 1963, olio su tela, Collezione Intesa Sanpaolo. Credito: Galleria del rinoceronte romano

“Picasso partì, arrivò Picasso – Pittore e modello all’aria aperta” | Galleria Rinoceronte

Tra il Tevere e il Palatino, “Il pittore e il suo modello all’aria aperta” di Pablo Picasso viene esposta per la prima volta nella capitale, un’opera normalmente non vista dal pubblico. Ma all’inizio del cinquantesimo anniversario della morte del pittore, avvenuta nel 2023, la galleria Rhinocéros ha voluto omaggiarlo proponendo una riflessione sul rapporto tra l’artista e la rappresentazione delle donne, spesso oggetto del suo lavoro rurale tra gli anni ’50. e 60.

Sfondo verde e blu per le foglie degli alberi. Una donna, nuda, si siede. Un uomo, un pittore, che somigliava più a un matador con un cappello, lo osservava. Un ombrello come cavalletto. “Il pittore e il suo modello all’aria aperta” mostra la pennellata semplice ma significativa di Pablo Picasso. A partire da questa tela del 1963, la mostra propone un’installazione teatrale che svela i diversi volti dell’universo geniale di Malaga. Su tutti i piani del Rhino Palace, le arti visive e dello spettacolo immergono i visitatori nel cuore della vita di un uomo: Pablo Picasso. La mostra, firmata da Alda Fendi e Raffaele Curi, promette di riflettere sulla seduzione e il fidanzamento tra uomini e donne, attraverso gli occhi del celebre pittore spagnolo.

Fino al 16 ottobre – Via del Velabro, 9a

“PAZZA – La follia nell’arte contemporanea” | Chiostro Del Bramante

Nel cuore di un’abbazia romana rinascimentale, situata a due passi dalla famosa Piazza Navona, un’esperienza immersiva colorata è d’obbligo. Non esiste un percorso definito: le mostre autonome pretendono di rifiutare norme e schemi stabiliti. Dalle linee pigmentate sulle scale (“Pour Stairs”, Ian Davenport) alle pareti infestate da farfalle (“Black Cloud Fashion”, Carlos Amorales) o ai corridoi piumati (“Shoplifter”, Hrafnhildur Arnadottir), il progetto mostra una creatività sorprendente. Unico motto: follia.

Thomas Hirschhorn dalla Svizzera, Janet Echelman dall’America o Massimo Bartolini dall’Italia… In totale, 21 artisti internazionali uniscono i loro diversi talenti. E sono riusciti a progettare circa undici installazioni uniche. Dentro e fuori, il lavoro continua a rappresentare la follia artistica. Per le installazioni intramurali, ogni stanza è completamente dedicata a un lavoro. Se il convento è rinomato per ospitare regolarmente artisti innovativi, come Banksy notoriamente lo scorso gennaio, questa è la prima volta che consente l’organizzazione di una mostra intorno ai suoi giardini. Dall’ingresso si impone un manto a specchio frantumato che invita i visitatori a lasciare le proprie impronte per terra.

Questo straordinario racconto artistico, condotto da Danilo Eccher, offre mostre straordinarie, inclusive e partecipative che uniscono arte, follia e creatività.

Fino all’8 gennaio 2023 – Arco della Pace, 5

statua dell'uomo nero sdraiato
“Stargazing”, Victor Fotso Nyie, 2021, terracotta e oro. Credito: Mattatoio Museo Roma

“Sedimento. Dopo la Memoria” in Mattatoio (Padiglione 9a)

Nuova mostra Mattatoio illustrato come un viaggio nel tempo e nello spazio, con capitoli tematici, che tracciano prospettive comuni tra Italia e Camerun, Eritrea, Porto Rico e Ruanda. Una “casa” mortale e precaria per ricordare le manifestazioni di agosto (1974-1991) a Bologna a sostegno della lotta di liberazione dell’Eritrea, sculture africane con una percezione contemporanea per rappresentare il ritorno di materiale culturale in Camerun, videoinstallazioni in una vecchia casa di famiglia convertito in un salotto innovativo comunità a Porto Rico, barricate antisommossa per rappresentare le speranze dei ruandesi e di altri cittadini non europei in attesa al confine italiano… Tante opere che si stagliano dal basso -rappresentando il suono panoramico dell’arte italiana e cultura.

Muna Mussie (Eritrea), Victor Fotso Nyie (Camerun), i fratelli Mapenzi e Mulowyi Nonó (Porto Rico) e Christian Offman (Ruanda) sono i cinque artisti dietro questa mostra. Lo scopo di questo progetto artistico è mettere in discussione la differenza tra mostra privata e collettiva, attorno alla riflessione postcoloniale. La mostra è accompagnata, per tutta l’estate, da tavole rotonde, successi musicali, proiezioni di film, letture e spettacoli. Ogni giorno, Mattatoio offrirà ai visitatori una nuova attività per far loro scoprire di più sulla diaspora africana e portoricana.

Fino al 4 settembre – Piazza Orazio Giustiniani, 4

mostra capriccio
Credito: Daniele Monlajoli

Universo Rudy Cremonini | Galleria Francesca Antonini Galeri

Quest’estate Francesca Antonini Galleria d’arte contemporanea onora Rudy Cremonini aprendo la prima mostra personale del pittore bolognese Capriccio (“capriccio” in francese).
Quello Capriccio, questo percorso alternativo a questa forma d’arte tradizionale, nata in Italia nel XVI secolo, mira a liberarsi da ogni forma rigida di espressione artistica. Cremonini onora quest’arte impiegando una tecnica unica e forse sorprendente. Il pittore, infatti, utilizza solo olio su tela, e sceglie di non definire mai l’immagine reale. Ovviamente l’artista ha scelto di dipingere direttamente sui supporti, senza disegnare in anticipo, lasciando che il suo istinto guidasse le sue mani. Per lui l’opera si forma in un rituale sciamanico. Al termine, alcune sue opere ricevettero titoli didattici, come “Dio” per una tela raffigurante uno stroboscopio da discoteca.
Questa mostra riprende i principali temi sollevati dall’artista negli ultimi anni con una composizione di fiori, piscine e corpi sospesi. Con viste tanto esterne quanto interne, questa mostra ti porterà nel pomeriggio nel mondo di Rudy Cremonini.

Fino al 29 luglio 2022 – Via Capo le Case, 4

MAXXI_Atelier Remoto_Dandalò_Collage
MAXXI Atelier Remoto Dandalò Collage

MAXXI caratterizzato dall’architettura italiana

In occasione della terza edizione degli Italian Architecture Awards organizzati da MAXXI in collaborazione con la Triennale di Milano, il progetto dei finalisti è stato presentato quest’estate a Roma.
Con l’ambizione di mettere al centro l’architettura italiana promuovendo il lavoro di architetti e designer italiani (o almeno essendo attivi nel Paese), il premio si articola in tre riconoscimenti: “miglior intervento degli ultimi tre anni” assegnato a MoDusArchitects , “miglior giovane designer” premiato ad Atelier Remoto con Dandal, e infine il “lavoro di una vita” è andato ad Andrea Branzi.
Attraverso questo premio, una giuria internazionale presieduta da Giovanna Melandri cerca di valorizzare l’innovazione, la qualità progettuale ed evidenziare il ruolo sociale che l’architettura svolge in Italia.
La mostra proposta dal MAXXI indoor Carlo Scarpa presenta così i progetti candidati finalisti a questi tre premi, immergendovi nella conoscenza dell’architettura italiana.

Fino all’11 settembre – Via Guido Reni, 4a

Zora Decoust e Suzanne Zeller

Riccarda Fallaci

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