Giorgio Napolitano e la burrascosa vita politica dell’Italia

Il 22 aprile 2013 Giorgio Napolitano ha prestato giuramento come presidente della Repubblica italiana per la seconda volta. È stato il primo presidente della storia italiana

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Il 22 aprile 2013 Giorgio Napolitano ha prestato giuramento come presidente della Repubblica italiana per la seconda volta. È stato il primo presidente nella storia della Repubblica Italiana ad essere rieletto per il secondo mandato consecutivo.

Dopo 5 voti, il parlamento non è riuscito a raggiungere un consenso su un candidato. Napolitano ha accettato di ridiventare presidente per il bene del Paese.

L’Italia è politicamente paralizzata, principalmente a causa della crisi del debito dell’Eurozona. Il presidente del paese durante i suoi due mandati ha tentato di garantire la continuità delle istituzioni sociali del suo paese, ma ha ignorato l’inerzia dei gruppi di centrosinistra e centrodestra, che erano al potere.

Si laureò in giurisprudenza all’Università di Napoli e aderì al Partito Comunista dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Fu eletto deputato al Parlamento per la prima volta nel 1953, in rappresentanza della sua città natale, Napoli. Rimase deputato fino al 1996, quando Romano Prodi lo nominò ministro dell’Interno.

Dal 1989 al 1992 è stato deputato al Parlamento Europeo e anche deputato al Parlamento Italiano. Poi e per 5 anni è stato presidente della Commissione Affari Costituzionali. È l’unico presidente italiano proveniente dal Partito Comunista.

La sua salute appariva scossa durante la cerimonia in cui gli veniva conferito il titolo di professore emerito dell’Università di Trento. La sua debolezza era causata dalla bassa pressione sanguigna e ha continuato il suo discorso seduto, tenendo un secondo discorso lo stesso pomeriggio.

Napolitano ha visto andare e venire 5 primi ministri. La persona con cui ebbe più conflitti fu Silvio Berlusconi. Erano contrari sia personalmente che politicamente. Fu Giorgio Napolitano a ricevere la lettera di dimissioni di Silvio Berlusconi nel 2011.

Alberta Trevisan

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