In discussione la tappa della Coppa del mondo di sci a Zermatt

La tappa femminile di Coppa del Mondo di sci alpino disputata a Zermatt-Cervinia, questa domenica, 19 novembre, è stata annullata a causa delle avverse condizioni meteorologiche. Da due anni su questo tracciato, criticato dalle associazioni ambientaliste, non si possono più disputare gare.

Vedremo un giorno la Coppa del Mondo di sci a Zermatt-Cervinia? Per il secondo anno consecutivo, tutte le tappe di questo esclusivo programma italo-svizzero sono state annullate. Una decisione che solleva interrogativi sul futuro della corsa, già criticata perché parte del tracciato si trova su un ghiacciaio.

La decisione è arrivata poco prima di mezzogiorno di domenica 19 novembre e non ha sorpreso nessuno. “A causa delle forti raffiche di vento, la giuria e l’organizzazione hanno deciso di annullare la discesa di oggi.”Lo ha annunciato brevemente il portavoce della FIS sul social Telegram.

Come il giorno prima per la prima discesa femminile, come la settimana prima per quella maschile, e come l’anno scorso per le quattro gare già in programma, domenica le avverse condizioni meteorologiche hanno smorzato le ultime speranze degli organizzatori.

Questo punteggio zero – otto cancellazioni su otto gare in programma dall’annuncio in pompa magna all’inizio del 2022 di questa nuova tappa – mette ulteriormente a repentaglio il futuro di questo tracciato transfrontaliero, tra Svizzera e Italia, ai piedi del maestoso Cervino.

L’inaugurazione della “Gran Becca”, che avrebbe dovuto aprire la stagione della velocità, stride con l’attuale realtà del ghiacciaio difficilmente domabile e ad un’altitudine di oltre 3.500 metri. E le ripetute cancellazioni hanno riacceso le critiche sulla necessità di adattare il calendario delle competizioni.

L’anno scorso la mancanza di neve alla base del percorso ha costretto gli organizzatori a cancellare quattro discese in programma. Quest’anno la gara è stata rinviata di due settimane per consentire il freddo e alla fine sono stati il ​​vento e la neve a prendere il sopravvento.

Domenica gli organizzatori speravano in una sosta fino alla fine, rinviando più volte la partenza. Tuttavia, raffiche di vento ancora troppo forti metteranno in pericolo gli sciatori che scivolano a tutta velocità sul ghiacciaio, per cui l’annullamento non può essere evitato.

“La natura ha l’ultima parola”ha ricordato sabato Franz Julen, direttore del comitato organizzatore, citando la mancanza “opportunità” quest’anno con un novembre particolarmente brutto. Dopo due stagioni completamente vuote, è difficile immaginare con serenità il futuro di questa corsa che richiede anche ingenti risorse logistiche per preparare la pista, con elicotteri ed escavatrici sul ghiacciaio, in conflitto con le preoccupazioni ambientali.

“Penso che abbiamo visto i limiti di questa gara”, ha detto la settimana scorsa il vice campione olimpico francese di discesa libera Johan Clarey, ora in pensione. Per lui, “Tenere una gara ad un’altitudine di oltre 3.000 metri a novembre, in una zona ghiacciata, aumenta chiaramente il rischio di annullamento”.

Arrendersi è impossibile.

Franz Julen, direttore del comitato organizzatore.

L’ex sciatore, come altri ancora attivi sul circuito, si è posizionato a favore di una modifica del calendario, con le prime gare più avanti nel corso dell’anno. “Dal punto di vista logistico è impossibile” perché Zermatt, sabato, si è sbarazzato di Franz Julen “L’interesse degli sponsor non sarà abbastanza significativo” a fine inverno, i brand che vogliono dare visibilità allo sci a partire dall’autunno, prima dell’inizio della stagione turistica, e prima dello shopping natalizio.

I lavori sul ghiacciaio, già criticati dalle associazioni di difesa ambientale, “diventerà più importante”ha anche ricordato. “La nostra unica finestra è a novembre.”

La pista da sci è arrivata all’attenzione della ONG alla fine di ottobre. Per una buona ragione, il governo locale ha notato che “alcuni impianti sconfinano, in un’area molto ridotta, al di fuori dei comprensori sciistici omologati del territorio svizzero. La ONG ha poi accusato l’organizzazione “distruggere i ghiacciai per creare nuove piste di Coppa del Mondo di sci”.

Ma nonostante le critiche e le delusioni, “Arrendersi è impossibile”ha detto ricordando che gli organizzatori, la FIS e le federazioni svizzera e italiana avevano firmato per questa tappa un contratto quinquennale.

Riccarda Fallaci

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