L’Italia è improvvisamente avanzata alle soglie dello standard UE nella tutela dei diritti collettivi LGTBI. La Camera dei Deputati ha approvato un anno fa un disegno di legge contro la transfobia e l’omofobia. Regole che sollevano molta polvere nella destra e nella Chiesa cattolica. Anche il Vaticano, in un intervento come non si ricorda in Italia, si è schierato contro di essa, fornendo preziosi alibi morali ai suoi detrattori. Gli atti del Senato non esistono. Ma mercoledì, la strategia parlamentare di estrema destra della camera, che ha promosso la risoluzione della mozione a scrutinio segreto, ha rovesciato il disegno di legge. Ora deve ricominciare da zero il suo iter, ma vista la volatilità della maggioranza parlamentare e il tempo che manca alla fine della legislatura, potrebbe essere considerato vicino alla morte.
Il numero effettivo che ha passato il voto non è chiaro. In teoria i sostenitori sono la maggioranza. Ma un voto segreto imposto dall’estrema destra ha aperto il bando ai cosiddetti cecchini – membri liberi di partiti, come Forza Italia – che questa volta hanno votato contro. Ma anche dall’italiano Viva, il partito di Matteo Renzi (che ieri era in Arabia Saudita e non si è nemmeno presentato al voto) e persino dal settore cattolico del Pd. Il risultato finale è stato di 154 voti a favore del blocco della legge e 131 contrari. “Un patto politico che vuole una mossa di decenza per il Paese è stato tradito”, si è scagliato sulla sua rete Alessandro Zan, il socialdemocratico che promuove la norma.
Il disegno di legge, però, solleva alcuni dubbi anche sulla natura della legge tra le fila dei partiti che l’hanno promossa. Alcuni dei suoi difensori lo fanno per vocazione ideologica e necessità sociale. Anche perché l’Italia è uno dei paesi più arretrati nei diritti collettivi delle LGTBI. Insieme alla Svizzera, la Svizzera rimane l’unico paese dell’Europa occidentale in cui le coppie gay non possono ancora sposarsi o adottare insieme. Inoltre, fino a poco tempo fa, i crimini d’odio erano legati solo a questioni di razza o religione, ed era importante andare avanti su questa strada. Il progetto li estende a “discriminazione e violenza basate sul sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità”. Il progresso è necessario. Ma molti dei suoi sostenitori ammettono anche privatamente che la bozza di esposizione ha molti aspetti tecnici da migliorare.
Il ruolo del Vaticano
L’opposizione è partita dall’estrema destra ed è stata sostenuta in maniera inconsueta dallo stesso Vaticano. Il Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, Paul Richard Gallagher, ha consegnato lo scorso giugno presso l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede una comunicazione formale nella quale affermava che “alcuni dei contenuti attuali delle proposte legislative all’esame del Senato diminuiscono la libertà garantite alla Chiesa cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato”. In particolare, il Vaticano ha protestato contro la disposizione secondo cui le scuole private cattoliche non sarebbero esentate dall’organizzare attività durante la futura Giornata nazionale contro l’omofobia. La Santa Sede ritiene inoltre che il disegno di legge invada la libertà di pensiero dei cattolici ed esprime il suo timore di possibili conseguenze legali.
Una delle questioni più controverse è il concetto di identità di genere, che viene aggregato come “una definizione percepita e reale di sé in relazione al genere, anche se non è in base al sesso e indipendentemente dal fatto che la transizione sia stata completata”. L’obbligo di dibattere questo tema nelle scuole e di celebrare la giornata contro la transfobia e l’omofobia ha finalmente risvegliato lo spirito del mondo cattolico.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha celebrato mercoledì la “sconfitta della prepotenza” del segretario del Pd, Enrico Letta, e del Movimento Cinque Stelle (M5S), assicurando che questi due partiti siano i primi promotori della legge e secondo sostegno – hanno respinto tutte le proposte di emendamento e le trattative “comprese quelle create dal Santo Padre, dalle associazioni e da tante famiglie”. L’attuale segretario di Stato e uno degli esponenti del M5S, Luigi Di Maio, hanno trovato “vergognoso” che la legge sia stata “spazzata nei segreti delle urne”. E Letta ha espresso speranza per chi “vuole fermare tutto” e riportare indietro il Paese: “Il Paese è dall’altra parte e si vedrà presto”, ha sfidato.
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