Mafia gardesana: “Ci hanno toccato ovunque, ho pianto”

Dopo le violente rivolte sul Lago di Garda, l’Italia teme ulteriori guai nei luoghi pubblici. Per due settimane ha catturato l’attenzione dei politici anche l’incidente del 2 giugno nella località balneare di Peschiera, in cui giovani ubriachi si sono aggrediti, sono saltati in un’auto e si dice che abbiano successivamente aggredito sessualmente delle donne su un treno.

In Italia il dibattito sull’integrazione è tornato a crescere dai primi di giugno. Secondo i risultati, la maggior parte dei giovani e dei giovani visti a Peschiera nelle festività nazionali italiane ha un background migratorio.

Massicce rivolte sul Lago di Garda: “Abbiamo avuto un giorno di guerra”

Il 2 giugno più di 2.000 giovani provenienti da diverse città del nord Italia si sono dati appuntamento per un “flash mob” a Peschiera sul Lago di Garda, meta di turisti. La situazione si è aggravata: ci sono state risse con feriti e furti, turisti molestati, auto e vetrine distrutte. La polizia ha dovuto intervenire e rimuovere il pacco dalla zona balneare. Lo dimostrano anche i video sui social. “Hanno distrutto tutto, sfasciato vetrine, preso d’assalto i treni turistici e bloccato i passanti a piedi o in motorino”, ha detto un testimone. Il sindaco di Peschiera, Orietta Gaiulli, ha detto ai media italiani: “Abbiamo visto il giorno della guerra”.

Dopo i moti, molti giovani hanno preso il treno per Milano. Si dice che l’aggressione sessuale sia avvenuta sul treno. Secondo la loro stessa dichiarazione, diverse donne minorenni sono state molestate e molestate sessualmente da giovani uomini mentre tornavano a casa dal parco divertimenti Gardaland su treni regionali sovraffollati.

Testimoni e vittime hanno descritto le dimensioni scioccanti dell’incidente sui social media e sulla stampa italiana. Come ha riferito una madre: “”Mia figlia di 16 anni stava tornando a casa con alcuni amici, sono stati circondati, molestati, palpeggiati”.

Attacco di “baby gang” in Italia: “Ci toccano ovunque, io piango”

Secondo il quotidiano online italiano “Open”, una delle donne colpite ha descritto la situazione sul treno come segue: “Era pieno, faceva molto caldo. Volevamo scendere ma ci hanno fermato suonando l’allarme. Siamo passati oltre diversi treni e mentre andavamo lì ci arrestavano ovunque. Piangevo e avevo un attacco di panico”. Le donne possono lasciare il treno in anticipo e sporgere denuncia. La Procura di Verona sta ora indagando su possibili sospetti.

Alcuni dei rivoltosi, spesso soprannominati “baby gang” dalla polizia e dai media in Italia, hanno annunciato ulteriori assembramenti tramite i social media. Tra l’altro è stata scelta come luogo di ritrovo la città adriatica di Riccione vicino a Rimini.

I rivoltosi annunciano ulteriori flash mob nel mare Adriatico

Nel frattempo, in Italia, i politici hanno discusso su come si sarebbero potuti prevenire i disordini. Giovanni Dal Cero, sindaco di Castelnuovo del Garda, frazione Peschiera, ha criticato la compagnia ferroviaria: “Voglio dire, la prossima volta potete chiamarci e dire: ‘Signori, sta arrivando un treno con un numero insolito di persone'”. Lo riporta il quotidiano italiano “Corriere della Sera”. Ha anche parlato a favore di più forze di polizia.

Mercoledì, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha dichiarato in Parlamento a Roma di voler monitorare meglio la situazione, anche se aspiranti rivoltosi arrivano al Lago di Garda. I critici, in particolare dei partiti di estrema destra, in seguito lo accusarono di declassare i problemi nazionali a quelli locali.

Matteo Salvini della Lega di estrema destra ha distribuito sul suo canale Twitter l’apposito video TikTok. “Qui la violenza e le minacce non sono tollerate”, ha scritto. Lamorgese non ne ha parlato nel suo intervento alla Camera dei Deputati. Dopo aver consultato le autorità regionali del nord Italia, il ministro vuole che i treni siano dotati, tra l’altro, di videosorveglianza.

Con materiale da dpa

Emiliano Brichese

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