Mes: il nuovo accordo è “nell’aria” dopo essere stato bocciato dal Parlamento italiano

Il Parlamento italiano – con 72 voti favorevoli, 184 contrari e 44 astenuti – ha respinto oggi la ratifica delle modifiche al Meccanismo europeo di stabilità, respingendo così il relativo Trattato.

Modifica del meccanismo hanno votato a favore solo le forze di opposizione del Partito Democratico di centrosinistra e dei partiti centristi Valori e azioni italiane (Azione).

Lui votato controIl partito italiano Adelphi guidato dal primo ministro Giorgia Meloni, la Lega italiana guidata da Matteo Salvini e il Movimento Cinque Stelle, mentre Forza Italia, fondata da Silvio Berlusconi, si è astenuta.

E la competente commissione Bilancio del Parlamento italiano si è espressa negativamente, sottolineando che “i meccanismi di partecipazione del Parlamento italiano all’eventuale processo di attivazione del Meccanismo di stabilità sono incompleti, escludendo così Parlamento e Senato da importanti scelte di politica finanziaria “.

Segretario della Lega e Vice Primo Ministro, Matteo Salvini ha commentato l’esito del voto parlamentare, sottolineando: “Il Parlamento Romano ha votato contro il Meccanismo Europeo di Stabilità. I lavoratori e i pensionati italiani non rischieranno di pagare i salvataggi delle banche straniere”.

Cosa prevede il nuovo accordo MES

Ad oggi, l’Italia è l’unico Paese dell’Eurozona che non ha ratificato le modifiche al trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità e, dopo il voto negativo di oggi in Parlamento, questi cambiamenti non possono essere implementati, almeno per ora, in altri paesi dell’area euro.

La principale modifica di questo meccanismo prevede che il paese possa intervenire per affrontare le crisi bancarie e, allo stesso tempo, anche i paesi con una situazione fiscale relativamente sana ma che potrebbero trovarsi ad affrontare problemi finanziari significativi potranno utilizzare il meccanismo . meccanismo.

Sulla base di questa riforma, verranno semplificate anche le procedure di ristrutturazione del debito per gli Stati membri dell’Eurozona che potrebbero affrontare una grave crisi fiscale.


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Alberta Trevisan

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