Boss di Cosa Nostra in tribunale: dichiarazioni insolite dalla mafia più ricercata d’Italia

Matteo Messina Denaro dopo il suo arresto a Palermo (Carabinieri)

Chi è considerato il capo della tribù cosa Nostra Italia, Matteo Messina Denaroarrestato a gennaio dopo tre decenni di latitanza, si è presentato davanti a un giudice come a solo “contadino”, “apolide” e ignaro della mafia siciliana.

“Lavoro nei campi, sono un contadino. Non ero iscritto perché il consiglio comunale mi ha cancellato. Ora sono apolide”, ha risposto il 21 febbraio agli inquirenti nel presunto caso di racket, secondo un rapporto diffuso oggi dall’agenzia di stampa. ansa.

Secondo il giudice lo farà il boss mafioso minaccia la figlia di una bambola restituire un pezzo di terra che la sua famiglia aveva fittiziamente intestato al padre, Alfonso Passanante.

Messina Denaroè stato arrestato nella sua nativa Sicilia il 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza ed è rinchiuso in un carcere di massima sicurezza a L’Aquila (al centro), per domande in merito situazione economica risposta: “Non mi manca niente”.

“Ho dei beni patrimoniali ma tu mi hai tolto tutto. Se è rimasto qualcosa, non lo dirò, non sono nemmeno stupido”, ha detto. “Altrimenti, come avrei potuto vivere fino ad ora?” Egli ha detto.

Arresto di Messina Denaro il 16 gennaio 2023 (Carabinieri/REUTERS)

Anche la mafia Ha negato di far parte di “qualsiasi associazione” ed è diventato un membro della mafia siciliana:”Tutto quello che so di Cosa Nostra lo so grazie ai giornali”in senso stretto, sempre secondo la stessa fonte.

Rifiuta anche di avere un soprannome, anche se si sa che nelle sue cerchie è conosciuto come “Diabolik”, in riferimento al popolare protagonista dei fumetti, o “U Siccu”, quello magro.

Con le sue risposte a volte irriverenti e ironiche, Messina Denaro segue evidentemente il copione tradizionale del capo di Cosa Nostra che li costringe a negare sempre tutto.

Per quanto riguarda il presunto caso di estorsione, Messina Denaro ha confessato di aver scritto una lettera alla vittima chiedendo la restituzione del terreno e ha negato di aver utilizzato una terza parte per trasmettere il messaggio che si trattava solo di una legittima rivendicazione. «Negli ultimi anni», racconta, «ho saputo che lui (la figlia di Passanante) ha venduto il terreno. (…) Allora voglio dire a Passanante che il terreno non è suo, è mio, perché l’ha comprato mio padre. Allora l’ho contattato, con una lettera, e l’ho firmata, non ho detto uno pseudonimo, l’ho firmata con Matteo Messina Denaro, perché credo di avere diritto ai fatti.

La maggior parte degli interrogatori depositati dalla Procura sono riservati. Tuttavia, i media italiani hanno riferito che la maggior parte si riferiva al rapporto del padrino con il capo corleonese Totò Riina E Bernardo Provenzanochi guida cosa Nostra tra gli anni ’80 e 2000 e che Messina Denaro nega di aver incontrato.

Ex capomafia Totó Riina (AP)

Gli investigatori hanno anche chiesto informazioni sull’omicidio Giuseppe Di Matteo, quel delitto Messina Denaro È considerato la mente. Il ragazzo, figlio di un mafioso convertito, viene sciolto nell’acido dopo essere stato tenuto prigioniero per oltre 700 giorni in uno dei crimini più atroci del mafioso.

Alla presenza degli inquirenti, Messina Denaro negherà il coinvolgimento nell’omicidio. Ha detto di non aver “mai visto” Giovanni Brusca, un mafioso convertito e suo principale accusatore.

Messina Denaro, l’autore di molti omicidi e attentatiè stato arrestato mentre si recava presso una clinica privata di Palermo per ricevere cure mediche per un tumore al colon e, in seguito al suo arresto, è emerso che si era nascosto negli ultimi anni in Campobello di Mazzara (sud), vicino alla sua città natale, Castelvetrano.

Nei mesi scorsi le autorità hanno anche arrestato una presunta rete di collaboratori che gli ha permesso di vivere una vita normale in Sicilia.

Tra questi ci sono sua sorella Rosalía; l’autista, Giovanni Luppino; il medico di Campobello a Mazara, Alfonso Tumbarello, o la coppia che lo aiutò a nascondersi, Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri.

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Gerardo Consoli

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