La sua economia si è contratta dello 0,4% nel secondo trimestre, gettando un’ombra sulle prospettive

La sua economia ha registrato una contrazione maggiore di quanto inizialmente stimato Italia nel secondo trimestre dell’anno rispetto al primo trimestre a causa della debole domanda interna.

In particolare, l’economia italiana si è contratta dello 0,4% nel secondo trimestre, rispetto ai primi tre mesi di quest’anno, secondo i dati diffusi dall’ISTAT, l’agenzia nazionale di statistica nazionale, che ha rivisto le sue stime iniziali, trasmettendo Reuters.

Si ricorda che è in discussione la prima rilevazione ISTAT, del 31 luglio Il PIL è sceso dello 0,3%. Gli analisti prevedono che il tasso di crescita dell’economia rimarrà invariato rispetto al primo trimestre.

Su base annua, la crescita del PIL italiano ha rallentato nel secondo trimestre rafforzato dello 0,4% contro la stima iniziale di crescita dello 0,6%.

Le revisioni dei dati in sospeso gettano un’ombra sulle prospettive dell’economia italiana per un anno intero mentre il governo di destra del Primo Ministro Giorgia Meloni si prepara a redigere il suo bilancio 2024.

ministri italiani ha ripetutamente criticato la Banca Centrale Europea per aver alzato bruscamente i tassi di interessesulla base del fatto che la politica monetaria da lui adottata minacciava di far precipitare l’Eurozona nella recessione.

L’analisi delle componenti del Pil italiano mostra che gli investimenti e la spesa pubblica hanno subito una brusca contrazione nel secondo trimestre di quest’anno, rispetto ai primi tre mesi del 2023, mentre la spesa per consumi è rimasta stabile.

Inoltre, sia le importazioni che le esportazioni sono diminuite dello 0,4%, quindi i flussi commerciali non hanno contribuito in alcun modo al tasso di crescita.

La brusca “inversione” dell’economia italiana nel secondo trimestre di quest’anno fa seguito al forte inizio registrato nei primi tre mesi del 2023 nell’economia stagnante dell’Eurozona dall’introduzione della moneta unica.

Vale la pena notare che Roma prevede una crescita dell’1% per l’intero anno fiscale in corso, che segna un forte rallentamento rispetto al +3,7% registrato nel 2022.

Fino a poche settimane fa, il governo, insieme al ministro delle Finanze, aveva definito prudenti le previsioni per il 2023. Giancarlo Giorgetti ha dichiarato di aspettarsi un tasso di crescita compreso tra l’1,2% e l’1,4%.

L’ISTAT ha affermato che il cd “crescita acquisita” alla fine del secondo trimestre allo 0,7%, il che significa che se il PIL si mantiene in media ogni trimestre per il resto dell’anno, la crescita dell’intero anno sarà dello 0,7% rispetto al 2022.

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Alberta Trevisan

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